1943-07: 26 – Le vicende di Bagnacavallo

26.07.1943 - Le vicende di Bagnacavallo

Distruzione simboli fascisti, dimostranti provenienti da Villanova, Prati, Glorie.

La notizia della caduta di Mussolini il 25 luglio ’43 non creò nessuna reazione per la nota ragione dell’ora in cui fu trasmessa. La mattina del 26 luglio alcuni gruppi di cittadini convenuti sulla piazza commentavano gli avvenimenti e la stessa cosa era oggetto di discussioni nei pubblici ritrovi. Di fronte alla sede del fascio, alcuni fascisti, quasi in atteggiamento di sfida, sedevano uno vicino all’altro. Fra questi il famigerato “Scianté” (Primo Tabanelli) e il segretario del fascio Luigi Baldini. Durante la giornata la presenza di cittadini sulla piazza si fece più consistente, determinata anche dall’attiva presenza di noti antifascisti e rappresentò motivo valido per la scomparsa dei fascisti ancora presenti.

Il giorno 27, al mattino, un camioncino di una nota ditta locale caricò dalla Casa del fascio materiale d’archivio e documentazione probabilmente compromettente ed altre carte e si allontanò per ignota destinazione. Mentre si effettuava questa specie di trasloco, gruppi di cittadini attivi si accingevano ad entrare nella Casa del fascio. Ad un certo momento una numerosa colonna di dimostranti provenienti dalle frazioni di Villanova, Prati, Glorie, lanciando slogan ed invettive contro il regime si apprestò a dar manforte a quelli che intendevano invadere la sede fascista. La legittima protesta dei dimostranti s’indirizzo quindi contro le istituzioni presenti mettendo a soqquadro la sede del fascio e distruggendo i simboli del regime. Dalle finestre della casa invasa piovvero sulla strada sottostante i quadri, gli emblemi, i gagliardetti che finirono distrutti in falò. I fascisti che avevano ostentato la loro tracotanza, schierandosi di fronte alla loro sede il mattino precedente, erano improvvisamente scomparsi dalla circolazione e nascosti in sicuri nascondigli. Non si verificarono perciò scontri degni di nota, nonostante che alcuni di loro, capeggiati da “Scianté”, fossero noti per le loro efferatezze e violenze perpetrate in tutta la provincia. Le forze dell’ordine nelle giornate del 26 e 27 non attuarono interventi gravi di intimidazione e di limitazione delle libertà dei cittadini, nonostante che i comunicati del Governo Badoglio imponessero misure di estremo rigore. A Bagnacavallo era presente un distaccamento di bersaglieri che in quelle giornate si limitò a intervenire contro la formazione di gruppi di dimostranti lungo alcune vie della città e in particolare lungo il viale che portava alla stazione ferroviaria.

(note raccolte con il concorso del sig. Lorenzo Melandri)                         

 

Da: Giannetto Gaudenzi, Le calde giornate di fine luglio 1943 nei rimanenti Comuni della provincia, Centro Stampa Comune di Lugo, maggio 2009