3.01_Beata Vergine del Molino di Lugo

Beata Vergine del Molino di Lugo

Tavola in gesso conservata nell’omonimo Santuario di Lugo a lei dedicato.

 

L’immagine della Madonna del Molino [1] è una tavola in gesso conservata nell’omonimo Santuario di Lugo a lei dedicato. La targa ha origini sconosciute, ma è quasi certo che si tratti di una copia da originale rinascimentale, come attesterebbero alcuni elementi e stilemi tipici della produzione artistica dell’epoca presenti nell’immagine [2]. La Vergine è raffigurata a tre quarti, seduta, con il Bambino poggiato sulle ginocchia frontalmente, entrambi preziosamente ornati e incorniciati sullo sfondo da festoni floreali.

L’origine del culto, risalente alla fine del XV secolo, ci è nota grazie alla cronaca di Gian Battista Bolognesi [3], notaio lughese dell’epoca al servizio degli Estensi. Non è da escludere tuttavia che il Bolognesi stesso sia stato influenzato nel suo narrare da credenze precedenti. Secondo la leggenda, in data 17 maggio 1496, un mercante faentino di ritorno da Ferrara cadde con il suo carro in un canale nella zona del Molinaccio, nei pressi di Lugo, infrangendo un’immagine in gesso di Vergine con Bambino che portava con se’. Ritenendo impossibile ripararla l’abbandonò sul luogo dell’incidente, ma alcuni giovani pastorelli una volta trovatala ne rimisero insieme i pezzi, e la riposero in un tabernacolo ligneo appositamente costruito. 

L’immagine, tornata a nuova vita, improvvisamente cominciò a risplendere di una luce tanto intensa da costringere i giovani alla fuga, attirando immediatamente le attenzioni dei devoti dei paesi limitrofi, che vi attribuirono poteri miracolosi. Il duca Ercole d’Este, venuto a conoscenza dei numerosi miracoli, assecondò il desiderio dei sudditi erigendo una cappella; tuttavia, quando si sparse la notizia che questa sarebbe stata costruita sul luogo del prodigio e affidata ai Domenicani, incontrò l’opposizione della sua stessa gente, in quanto la zona del Molinaccio era ritenuta pericolosa, luogo di delitti e spiriti maligni. Il popolo insistette per affidare la custodia della sacra immagine ai Frati Minori di Lugo, e un sostenitore della causa, Gian Paolo Rondinelli, decise con un atto di forza di trasportarla di persona nella cittadina; ma l’impresa gli fu impedita dall’improvvisa ribellione al galoppo del proprio cavallo imbizzarrito e dalla contemporanea perdita di vista e udito, effetti miracolosi che terminarono altrettanto fulmineamente una volta desistito dal suo intento. Il 27 aprile 1497 l’immagine venne così affidata alla nuova chiesa di Santa Maria Nuova, custodita dai Domenicani, che vi edificarono vicino un piccolo convento. Venne poi incoronata nel 1856 da papa Pio IX, mentre nel 1939 iniziarono i lavori per la nuova chiesa, terminata nel 1943.

 

[1] Sulla Beata Vergine del Mulino di Lugo: A.Golfieri, La Madonna del Molino protettrice della città di Lugo: sunto storico, Lugo, 1896; Madonna del Molino: Lugo, (a cura di) Don.T.Cavallini, G.Magnani, Imola, 1993

[2] B.Venturi, Edicole e immagini devozionali tra realtà storia e tradizione, (a cura di) E.Morigi, B.Venturi, Edicole devozionali del territorio ravennate. Comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Ravenna e Russi, Longo Editore, Ravenna 2004, p.43

[3] Cfr. A.Golfieri, in La Madonna del Molino protettrice…cit., pp.181-187

 

Ilaria Danesi