3.08_Madonna dei Sette Dolori

Madonna dei Sette Dolori

Una devozione di diffusione mondiale molto seguita anche in Romagna.

 

[1] Si tratta in questo caso di una devozione di diffusione mondiale molto seguita anche in Romagna, la cui rappresentazione mostra La Vergine Maria in atteggiamento afflitto, con il cuore esposto sul petto, da cui si irradiano sette spade. In epoca medievale, poiché erano state fissate a sette le gioie, si decise di adottare il medesimo numero, in ambito cristiano già denso di significato, anche per la venerazione dei dolori di Maria, corrispondenti alla profezia di Simeone [2] sul destino della Madre di Dio: fuga in Egitto; smarrimento di Gesù dodicenne nel Tempio; cattura di Gesù; flagellazione e coronazione di spine; crocifissione; morte e trafittura del costato; deposizione dalla croce e sepoltura. [3] 

La patria del culto è l’Olanda, dove un sacerdote, Giovanni de Counderberghe, istituì questa pia pratica nel 1491 fondando un santuario. Alla sua diffusione contribuì l’Ordine dei Servi di Maria, un cui convento si trovava anche, probabilmente dalla fine del XV secolo, a Russi, poco distante da Lugo, dove la festa dell’Ordine Servita si è tramutato nell’odierna festa cittadina, celebrata la terza domenica di settembre (Fira di Sett Dulur).

 

[1] Sulla Madonna dei Sette Dolori (Addolorata): G.D.Gordini, La festa dell’addolorata nella storia, in Ross zetar d’Rumagna, 1969; B.Venturi, Edicole e immagini devozionali tra realtà storia e tradizione, (a cura di) E.Morigi, B.Venturi, Edicole devozionali del territorio ravennate. Comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Ravenna e Russi, Longo Editore, Ravenna 2004, p.50

[2] “E anche a te una spada trafiggerà l’anima” Luca, 2, 34-35

[3] E.Campana, Maria nel culto cattolico, I, Torino-Roma 1933, pp.328-329.

 

Ilaria Danesi