Babini Enzo, Là in fondo la cavalla era, selvaggia

Enzo Babini, Là in fondo la cavalla era, selvaggia

L'energia dell'Universo nella poetica della materia.

Nella poetica pascoliana sono molti i riferimenti ai cavalli, da “Con l’Ippogrifo pel sognato alone” a “Io galoppava con Guidon selvaggio”, per arrivare al celeberrimo “Adagio seguitasti la tua via”, fino all’altrettanto celebre “I cavalli normanni alle lor poste”.

Come le opere del grande poeta romagnolo, così nella produzione di un altro artista romagnolo, il cotignolese Enzo Babini, il cavallo è elemento fondamentale di ispirazione poetica e visiva. Già nelle precedenti realizzazioni, dove fonte di ispirazione erano La Divina Commedia o I presepi, solo per citarne alcune, il presente viene proiettato nel futuro.

Il progetto di queste nuove opere è il mondo in cui viviamo e le problematiche tra l’uomo e la natura, per il poco rispetto che il primo ha nei riguardi della seconda, e in cui il cavallo ne è assunto come metafora, con la sua intelligenza, la sua eleganza, la sua forza. Per l’artista romagnolo l’uomo ha delle presunzioni troppo forti rispetto a quelle del più nobile cavallo, che viveva sulla terra migliaia di anni prima di lui. Il cavallo per esempio ha capito che, se voleva vivere sulla Terra, doveva rispettarla, cosa che invece l’uomo sempre meno fa. Dal connubio cavallo-natura nasce l’arte di Babini, che ci fa capire che bisogna essere in armonia, come ci insegna il cavallo, con la natura stessa.

Questo lo spirito del progetto del nostro artista, e attualissimi questi concetti in un’epoca in cui si parla tanto di riscaldamento della Terra, di cui il principale responsabile è l’uomo, n cui alla fine potremmo anche distruggere l’animale stesso.

Fare qualcosa di attuale con la figura animale, è un discorso controcorrente. Le opere sono composte ad anelli, alcuni dei quali sono avvolti da una sfera, con cui giocano i cavalli, in una sintesi perfetta tra sfericità e corpo animale. Questa trasfigurazione artistica ci fa capire la vera arte del ceramista cotignolese.

Un’ultima considerazione: non credo di avere molte presunzioni, ma una la ammetto, so riconoscere un vero artista, e in queste opere di Babini avverto una vera ispirazione, e un soffio di poesia.

 

Domenico Savini  (da ENZO BABINI, Là in fondo la cavalla era, selvaggia, Edit, Faenza 2018)