Bastia (la Fortezza della)

La Fortezza della Bastia

Era anche chiamata la “Chiave del Ducato” per via della sua posizione difensiva strategica

che controllava il traffico fluviale dello Zaniolo, del Primaro e del Santerno. 

L’illustrazione è tratta dal Breviario di Ercole I d’Este, famoso manoscritto del 1500, riccamente miniato. La storia della Fortezza iniziò nella seconda metà del 1300 quando i Da Polenta di Ravenna costruirono un fortilizio adiacente al Po di Primaro (attuale Reno), di fronte a San Biagio d’Argenta, alla foce del canale Zaniolo (all’epoca molto largo), riscuotendo i diritti di passaggio nel fiume.

Agli inizi del 1400, gli Estensi interessati a quei profitti occuparono il fortilizio e portarono la linea di confine con Ravenna, al Primaro; lo ampliarono e rinforzarono trasformandolo in una vera Fortezza che divenne il caposaldo difensivo, dei confini meridionali del territorio Estense, protetti dal baluardo naturale costituito dall’argine del fiume Primaro. La Fortezza era anche chiamata la “Chiave del Ducato” per via della sua posizione difensiva strategica che controllava il traffico fluviale dello Zaniolo, del Primaro e del Santerno.

Nel 1460 gli Estensi, che in precedenza avevano acquisito dallo Stato Pontificio la Romandiola o Romagnola o Romagna Estense (di fatto la Bassa Romagna), iniziarono ad effettuare importanti opere di bonifica (il territorio tra l’argine destro del Primaro sino alla linea Conselice, Fusignano, Bagnacavallo, era invaso da valli, acquitrini, paludi e selve). Gli stessi Estensi deviarono il fiume Santerno, a San Lorenzo in Selva, portandolo, inalveato ed arginato, a sfociare in Primaro in località Rosseta (scomparsa quando venne raddrizzato il Reno, nel 1793, rimase tra i due argini), nei pressi di Lavezzola, alla destra della Fortezza Bastia.

Le battaglie, fra gli Estensi, i Ravennati e la Repubblica di Venezia, furono numerose e coinvolsero anche la Fortezza. A metà del XV secolo la fortezza della Bastia si presentava con tre torri, la torre vecchia, la torre grande e la torre del cantone verso Filo. Era una roccaforte difensiva, un castelletto militare a forma di triangolo con 1200 uomini di guarnigione.

Dal 1441 al 1450 fu costruita, sotto la signoria di Leonello d'Este, la strada Provinciale Bastia che va dalla Bastia dello Zaniolo alla Bastia di Cà di Lugo, collegando quindi le due zone. Il risultato fu che durante tutte le guerre successive contro il ducato di Ferrara, la Bastia dello Zaniolo fu sempre aggredita. Nel 1481 il Senato di Venezia dichiarò guerra al duca Ercole I d’Este e nel 1482 ebbe luogo la famosa “Battaglia dello Zaniolo”. I Veneziani nell'ottobre colpirono improvvisamente lungo il Po di Primaro e si accamparono a Filo, uccidendo gli incaricati alla costruzione del bastione di difesa della Bastia, ordinato dal duca Ercole per conto del Comune. Il duca saputo il fatto inviò subito due squadre di uomini armati per difendere la Bastia. Sigismondo d'Este si scontrò in seguito con le truppe venete mettendole in fuga. Ma, mentre i suoi uomini saccheggiavano l'accampamento, i veneziani, comandati dal generale Vittorio Soranzo, circondarono il campo all'improvviso, e l'armata di Argenta rimase in parte prigioniera e in parte uccisa.

Nel gennaio 1483 il presidio di Argenta venne rinforzato, appena in tempo perché i veneziani attaccarono l'esercito per conquistare Argenta. Raggiunsero un argine vicino al muro di cinta, ma i soldati con l'aiuto dei cittadini, misero i nemici in fuga. Nell'anno seguente, 1484, venne dichiarata la pace fra il duca di Ferrara e la Repubblica di Venezia e fu stabilito che al duca Ercole fossero restituite tutte le terre prese dai veneziani, compresa la Bastia dello Zaniolo.

L’altra battaglia, strategicamente, più importante, coinvolse il Ducato Estense (alleato dei francesi) contro le truppe di Papa Giulio II alleate, degli spagnoli e dei veneziani (lo scontro culminò poi con la famosa Battaglia di Ravenna, del 1512). Lodovico Ariosto nell’Orlando Furioso ricordò sia la Battaglia di Ravenna (essendo presente) che quella della Fortezza Bastia. Nel febbraio del 1511, l’esercito ispano/pontificio di papa Giulio II si preparò ad attaccare la Fortezza Bastia poiché da lì transitavano i rifornimenti provenienti da nord ovest, tramite il Po Grande, il Primaro ed infine il Santerno fino a Cà di Lugo, poi trasportati a Ravenna ove era acquartierato l’esercito francese. Il Comando Generale dell’esercito pontificio, stabilitosi nel “solitario” Palazzo Trotti [1], adiacente l’argine destro del Santerno, ordinò ai lughesi di consegnare, per il proprio esercito, 4 carri di pane, vino, carne, ecc., 6 carri tirati da 12 buoi, per il trasporto di vettovaglie, munizioni, fieno ecc., e 200 corbe di grano (circa 150 q.li); le truppe si erano invece “accasermate” o acquartierate al Casermaggio, vicine all’osteria delle Morre. Nacque forse in quel tempo il toponimo Casermaggio.

Il giorno di Natale del 1511, dopo ripetuti ed inutili tentativi, la Fortezza venne attaccata in forza e per tre giorni fu presa a cannonate, senza riportare gravi danni, poi gli ispano/pontifici gettarono due ponti sulle due fosse a difesa, scavarono una buca sotto il muro che riempirono di polvere da sparo ed accesero la miccia. Il fragore fu enorme ed il muro della Bastia crollò, fu espugnata e tutti i difensori (compreso il comandante) furono massacrati.

...la Bastia tolta e morto il castellano...
Il Duca Alfonso d’Este reagì prontamente, partendo da Ferrara con un consistente esercito e otto cannoni (fra cui il potente Gran Diavolo); qui giunto fece riaprire, a colpi di cannone, la breccia nel muro che era stata chiusa con terrapieni, ed il 15 gennaio1512 le sue truppe irruppero nella Fortezza e dopo un disperato combattimento all’arma bianca, durato ore, il presidio ispano/pontificio si arrese; gli Estensi ricambiarono e fecero a pezzi i saldati del presidio

dal minor fante al capitano…  
Nella illustrazione vengono evidenziate le tre torri della Bastia (la torre vecchia, la torre grande e la torre del cantone verso Filo) e le fiammate delle mine. In quella sanguinosa battaglia.

...che insanguinò il suolo che serra il Po [2], Santerno e Zanniolo…                                     
Persero la vita 5000 soldati. La Fortezza venne poi diroccata durante il 1600, in quanto perse la sua funzione difensiva, allorché lo Stato Pontificio rientrò in possesso del Ducato di Ferrara per devoluzione (successione). I materiali di risulta furono utilizzati per la chiesa di San Girolamo e per potenziare le mura di Ferrara.

(Guido Tarozzi)

 

[1] Si trovava dove oggi è ubicato San Bernardino, costruito alla fine del 1400, fu poi della famiglia Marconi, poi della Marchesa Marconi-Cattani ed infine acquistato, assieme alla tenuta, da Don Evaristo Venturini. Abbattuto dai tedeschi nel 1945, come tutto il paese.
[2] Da intendersi il Po di Primaro, attuale Reno.

 

Bibliografia
A. Zoli - S.Bernicoli, Statuto del secolo XIII del Comune di Ravenna, Premiata Tipo Litografia Ravegnana, Ravenna 1904
A.F. Babini, Dalla Bastia del Zaniolo alla Bastia di Cà di Lugo, Edizioni Santerno, Ravenna 1959
D. Giglioli, Argenta e i suoi dintorni, Editrice Belriguardo, Ferrara 1984
A. Vandini, Filo, la nostra terra, Edit, Faenza 2004