Bligny, La battaglia del 15 luglio 1918

Bligny, La battaglia del 15 luglio 1918

La "Seconda Battaglia della Marna"

 

Non tutti sanno che gli esiti del primo conflitto mondiale sarebbero potuti essere differenti, se non fosse stato per l’eroico apporto dato dall’intervento italiano nella Battaglia di Bligny, conflitto che si tenne nel luglio del 1918. Durante l’ultimo anno della Prima Guerra Mondiale, infatti, la regione ad est di Parigi, la “Champagne-Ardenne” fu teatro d’operazione di truppe italiane nello scontro tra Francia e Germani, in particolare la Battaglia di Bligny, assurge come momento di volta dello scontro: l’arresto dell’offensiva tedesca.

Il governo italiano, già dal febbraio 1918, aveva inviato in Francia sessantamila soldati, le cosiddette truppe ausiliare italiane in Francia (T.A.I.F), in ottemperanza alla convenzione italo-francese che prevedeva manovalanza dedicata al rafforzamento delle linee di difesa tra la Normandia e la Svizzera. Per ricambiare l'aiuto ricevuto dagli Alleati nel novembre del 1917 (Caporetto) fu destinato, nel marzo 1918, anche il II Corpo d'Armata italiano al comando del Generale Alberico Albricci (la grande Unità militare era costituita dalla 3a e 8a Divisione, oltre a due squadroni dei cavalleggeri di Lodi e il II Reparto d’assalto Arditi).

Il 27 maggio 1918, con un grande attacco a sorpresa, l'esercito tedesco riuscì a sfondare il fronte francese nei pressi di Reims. Tra Soissons e Reims si formò una sacca triangolare, profonda 50 km. L’esercito tedesco era giunto a meno di 100 Km da Parigi. Il II° Corpo d'Armata italiano, quindi, fu destinato a presidiare questa profonda insaccatura e, all'altezza di Bligny, aveva il compito di sbarrare la valle del fiume Ardre e quindi la strada di accesso alla città di Epernay, mantenendo così possibili le comunicazioni tra Reims e Parigi.

Il tratto compreso tra il fiume e la montagna di Bligny (in effetti una collina di 200 mt.) fu affidato all'8a Divisione (Brigate «Brescia» e «Alpi»), e quello opposto alla 3a Divisione (Brigate «Napoli» e «Salerno»). Un caposaldo che doveva essere difeso fino all'ultimo uomo. Già nei giorni 23-24 giugno i tedeschi sferrarono un violentissimo attacco contro i reparti della Brigata «Alpi» per acquisire l’altura ma per merito del II Reparto d’assalto Arditi l'obiettivo fallì. L’attacco, però, era solo rinviato. Infatti, nella notte tra il 14 e 15 luglio, ebbe inizio la storica “Seconda Battaglia della Marna” detta anche Battaglia di Bligny. Subito dopo la mezzanotte le artiglierie tedesche aprirono un violentissimo fuoco sull'intero fronte occupato dalla Brigata «Alpi».

Mentre truppe nemiche entravano a Chaumuzy i superstiti della Brigata «Alpi», ridotti a 28 ufficiali e 493 soldati, si riunirono a Bosco de Courton per riordinarsi. La mattina del 16 riprese l'attacco contro le postazioni del Bosco de Courton, ma fu inizialmente respinto, poi, nel pomeriggio il nemico, facendo uso anche di lanciafiamme, riuscì a sfondare tra i battaglioni francesi e italiani aprendosi un varco. Fu allora che il Generale Albricci ordinò di concentrare tutto il fuoco d'artiglieria sul tratto guadagnato dal nemico e successivamente lanciò il II Reparto d'Assalto che riuscì a contenere l’impeto delle truppe tedesche. Il 17 luglio, giunti al terzo giorno della battaglia, i reparti, quasi accerchiati, furono protagonisti di una giornata eroica fatta di combattimenti fino a sera. Di questa azione abbiamo la cronaca di Curzio Malaparte che fu presente sul posto come volontario ed inquadrato negli Arditi con il grado di Sottotenente.

Fermando l’avanzata tedesca verso la città di Epernay ed impedendo la realizzazione del piano che avrebbe dovuto provocare l’isolamento e la caduta di Reims con conseguente irreparabile rottura del fronte francese, i fanti italiani assolsero con immenso sacrificio il loro compito anche se gravissimo fu il bilancio (oltre 4000 morti), ma la Battaglia di Bligny significò così l'inizio della fine dell'esercito germanico. La mattina seguente, 18 luglio, il Comando Supremo francese, infatti, dava il via alla controffensiva che avrebbe portato alla resa tedesca. Il mattino dell'11 novembre dopo aver catturato nemici e materiali, le avanguardie entrarono in Rocroy, i combattimenti terminarono con l'armistizio, chiesto dalla Germania, lo stesso giorno.

Per gli italiani il fronte francese significò, in poco più di sei mesi, 5.000 caduti e oltre 4.000 feriti. Oggi superate le poche case di Bligny si sale una collina sulla cui sommità troviamo il Cimitero Militare Italiano che impressiona per la sua grandezza. Al suo ingresso sventola la bandiera italiana, quella francese e quella d’Europa, all’interno un grande viale di cipressi e un piccolo tempio posto al centro di quattro sterminati campi di croci. Sul tempio la dedica: "AI CINQUEMILA SOLDATI ITALIANI MORTI IN TERRA DI FRANCIA".

 

(Fonte: Ministero della Difesa)