Bubani Pier Giovanni

Pier Giovanni Bubani

Bagnacavallo 1960

Pier Giovanni Bubani è nato nel 1960 a Bagnacavallo, dove vive e lavora. Pittore ed episodicamente scultore, già dagli anni ’80 si impone con forte carattere alle prime personali alla Galleria “Il Patio” e alla Loggetta Lombardesca di Ravenna. Piergiovanni Bubani è un artista che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca, al perfezionamento e all’impatto visivo delle sue opere. Dal suo modo impulsivo e brutale di affrontare una tela emergono come dall’inconscio le immagini che poi propone. Artista sempre in movimento e sempre alla ricerca di nuove forme di espressione, viene invitato a esposizioni collettive di primo piano a Londra, in Olanda, in Germania e addirittura in Patagonia da critici del calibro di P.Restany, L.Smith, C.Spadoni, F.Solmi, F.Farina, G.R. Manzoni.

Un fascio di luce raccolto nella notte, dove la notte è più oscura di ogni altra realtà, come se la buia tela generasse d'improvviso la lieve ma definita vastità di un luminoso squarcio d'esistenza. Il nero è il colore di un inizio disperato, e il mondo interiore di Bubani ci appare, prima di sfrangiarsi di luce, come in attesa di un'epifania risolutiva, di un'alba dopo la lunghezza infinita della notte. Bubani è un pittore in attesa, le sue figurazioni - immagini di luce in movimento - sono moti catartici che hanno attraversato stati di alienazione. Ma nelle opere su carta scopriamo una visibilità di natura, come se dopo tanto vagare in cosmi oscuri (sconosciuti cosmi dell'anima) riguadagnassimo una percezione delle cose; e avvicinandosi intravediamo incisioni come a fuoco - che invece sono fatte con spatole e attrezzi appuntiti - , piccole colate laviche spente a goccianera a riflettersi sul cartone lavorato col vinavil in trasparenza. Il risultato finale è una sequenza di sedimentazioni naturali come raccolte dopo l'abbandono di un mare antico. Direi che è importante quando si discute di pittori potentemente oggettuali come Bubani riferirne la qualità espressiva di assemblaggio dove una musica interna distingue e nobilita le grevità dei materiali.

 

La sua pittura è luce e fuoco come dice Beatrice Buscaroli nella sua appassionata critica: «Tra “porre” e “levare”, credere e dubitare, tra il giallo della luce e quello del fuoco, tra lo scheletro di una croce e il suo colorarsi sta Pier Giovanni Bubani, artista di un secolo che tutto ha visto e tutto ha cancellato. Perciò sta lì, in un mondo senza tempo dove arde un fuoco antico che dovrebbe significare ogni fuoco, ogni bruciatura, ogni lacerazione. Bubani scava le tele e i fogli e li riempie. Pittura e scultura rapprese insieme, come se fosse necessaria una sintesi estrema di quel che è stato, da Fontana a Burri, dalla ferita al suo sangue… quei rossi, quegli ori, da dove vengono? Il mistero delle opere di Bubani viene dal fondo. Non sai se il fuoco arrivi prima o dopo, non sai se il rosso o l’oro siano l’ornamento o il sangue. Non sai dove comincia il fondo, innanzitutto. Affiorano da una caverna scura di neri oppure da neutre carte chiare come le pagine di un manoscritto medievale, affiorano ed esprimono forme della storia, della natura, della religione. Una sorta di scrittura automatica che gli attraversa il corpo e la mente e attraversa il corpo della pittura, in uno scambio incomprensibile di spinte che solo alla fine trovano una tregua. Spinge da dentro il fuoco, spinge da sopra il giallo chiaro della resurrezione. E quei segni, che sembrano scaturire da archeologie segrete e immemori, si dispongono per lui. Come se naturalmente avessero trovato la strada che cercavano, naturalmente disposte a ornare, a ornarsi, a disporsi in discorso comprensibile. A costruire una minuta bellezza, fragilissima e istantanea, che può anche durare soltanto un momento».