Bucranio

Bucranio

Essendo il toro un animale sacrificale il Cristianesimo

lo assunse a simbolo di Cristo, che si è immolato sulla croce.

Rappresentazione decorativa e simbolica marmorea presente in monumenti romani e in contesti sacrali greci, con soggetto di teschi di bue o altri animali in visione frontale ornati da festoni.

Dal neolitico in poi la figura del toro, o bucranio, è presente spesso su vasi e statuine a simboleggiare la rigenerazione. Il bucranio si ricollega all'usanza greca tramandata da Teofrasto consistente nell'appendere all'esterno dei templi parti dei crani degli animali sacrificati, comprese le corna. Dalla testa dell'animale venivano eliminate le parti molli, la mandibola inferiore e gran parte di quella superiore, cosicché restavano soltanto le corna e l'osso frontale dalla caratteristica sagoma approssimativamente triangolare e che talvolta poteva conservare brani di pelle. Nel III sec. a.C. il bucranio acquista particolare importanza come elemento decorativo nell'ambito di fregi con ghirlanda. In epoca flavia perse importanza e nel II sec. d.C. fu impiegato di rado.

Nel mondo dell’antica Roma il toro è l’animale sacrificale per eccellenza, specie a primavera, quando veniva ucciso ed il suo sangue sparso nei campi. Dove il sangue del toro era cosparso l’erba cresceva più verde e più alta e anche questo era visto come un motivo di sacralità. Era di solito sacrificato al Dio Marte che era sì il dio della guerra ma anche il dio del tuono, della pioggia e della fertilità. Essendo un animale sacrificale il Cristianesimo lo assunse a simbolo di Cristo, che si è immolato sulla croce.

Tornò di moda nella pittura e nella scultura del Rinascimento.

 

(Fonti: www.treccani.it, www.academia.edu)