Bursôn (vino)

Vino Bursôn

Nasce da un vitigno antico, unico ed autoctono.

Il nome deriva dal soprannome dato alla famiglia Longanesi che negli anni’50 del novecento ebbero il merito di credere nella potenzialità di queste uve e di salvarle dall'estinzione. E' vinificato secondo tradizione ed affinato successivamente in barriques.

Quando nel 1913 Antonio Longanesi acquistò quella che poi diventerà la proprietà della famiglia Longanesi, in un "roccolo" (area boscosa al limite dei fondi dove veniva praticata la caccia dal capanno), venne trovata una vecchia vite, abbarbicata ad una quercia, che veniva utilizzata come richiamo per gli uccelli. Vista la rusticità della pianta e la notevole resistenza alle malattie fungine dei grappoli, la famiglia provò a produrre vino in casa, come tutti i contadini della zona. Si ottenne, con stupore, un buon prodotto che ebbe notevole successo anche fra gli amici, favorendo la diffusione del vitigno nella zona. Nel 1956 si decise di piantare il primo vigneto di Uva Longanesi soprattutto per aumentare il grado alcolico degli altri vitigni presenti in azienda (Uva d’Ora e Canina). Ai nipoti Antonio e Pietro, che intuirono i suo potenziale, il merito di avere salvato e diffuso il vitigno.

Osservando un grappolo di uva Longanesi si nota che è compatto, di media grandezza, di forma allungata, ma soprattutto luminoso, opalescente. La buccia infatti è ricoperta da una spessa brina, cosa che rende subito riconoscibile il vitigno. Il vino Bursôn che si ottiene dall’Uva Longanesi è intenso, molto ampio e ricco, con aromi fruttati a base di amarene, spezie e cacao in bella evidenza. Al palato offre grande consistenza, corpo e tannini poderosi. È un vino rosso di grande intensità e va servito in bicchieri ampi e panciuti per vino rosso, ad un temperatura di 18-20°C.

Le analisi isoenzimatiche confermano che questo vitigno non assomiglia a nessun altro finora conosciuto. Dopo un lungo iter burocratico, nel 1999 è stato iscritto nell’albo dei vigneti col numero 357 come Uva Longanesi (in onore della famiglia che lo ha salvato) e dalla vendemmia 2007 può fregiarsi dell’attributo IGT (Indicazione Geografica Tipica). Dal 1998 viene prodotto il Bursôn (soprannome dei componenti della famiglia Longanesi), il cui nome è stato depositato e concesso in uso gratuito al Consorzio del prodotto tipico "Il Bagnacavallo" a tutela della sua tipicità.

Attualmente il Bursôn viene prodotto con il 100% di Uva Longanesi in due versioni: Bursôn etichetta blu e Bursôn etichetta nera. Il Bursôn Etichetta Blu non fa appassimento ma il processo fermentativo della macerazione carbonica è caratterizzato da freschezza di frutto, note di viole, prugne e pepe in sottofondo. Un vino molto piacevole da abbinare a grigliate di carne, lasagna al forno, stracotto di manzo, gnocchi al sugo di castrato. Il Bursôn Etichetta Nera, il vero campione, il vino più pregiato, proviene da uve fatte appassire e poi messo ad affinare per almeno due anni in fusti di legno. Il risultato è un vino di grande fascino, dal colore rubino tendente al granato. Ricco di note mature, prugne sotto spirito, cioccolato, liquirizia, erbe alpine e una struttura notevole, ma sempre composta ed elegante, con tannini scolpiti dall’affinamento nel rovere. Il Burson Etichetta Nera si abbina a piatti di cacciagione, faraona al tartufo, pappardelle al ragù di cinghiale, stinco al forno con patate.

Il 15 ottobre 2013 è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica ad Antonio Longanesi, per il contributo dato allo sviluppo della viticoltura e alla valorizzazione dell’enologia italiana.

(Fonti: romagnadeste.it, winedharma.com)