Edera

Edera

Il fatto di aderire al suo supporto ne fa un segno di fedeltà e di amore imperituro.

Già presente nell’arte dell’antico oriente e dell’Egitto, l’edera come la vite è consacrata a Dioniso ed è abbondantemente rappresentata nella ceramica greca, particolarmente in quella attica. Questa pianta avvolge il tirso, il bastone del dio, ed è usata dalle menadi e dai satiri durante i riti dionisiaci. Proprio questo suo legame con Dioniso ne fa un simbolo d’immortalità e di rigenerazione. Inoltre il fatto di aderire al suo supporto ne fa anche un segno di fedeltà e di amore imperituro.

Attraverso l’arte ellenistica e romana è adottata anche da quella cristiana dei primi secoli sia in occidente che in oriente. Molto usata nell’arte funeraria merovingia insieme all’acanto e alla vite, scopare quasi totalmente nell’arte romanica, per essere poi usata nell’arte rinascimentale.

Nella produzione artistica funeraria del XIX secolo, l’edera è non di rado presente accanto ad altre piante il cui legame con morte e con l’aldilà deriva direttamente dalla tradizione greco-romana.

 

(Gian Marco Vidor, Dizionario dei simboli funerari, in www.storiaememoriadibologna.it)