Milovice, Cimitero degli Italiani

Milovice, Cimitero degli italiani

Situato nella Repubblica Ceca, circa 50 chilometri a nord-est di Praga

Milovice, cittadina della Repubblica Ceca a circa 50 chilometri a nord est di Praga, fa parte del distretto di Nymburk in Boemia Centrale.

Durante la Prima Guerra Mondiale, nei pressi di Milovice esisteva un campo di prigionia (Mladá) che per le scarse condizioni igienico sanitarie e alimentari ha visto morire molte persone (alcune fonti parlano di una media di 36 morti al giorno) e complessivamente il numero di prigionieri sarebbe stato di oltre 20.000. Per ovvi motivi fu indispensabile adibire una zona nell´area cittadina che consentisse di seppellire un tale numero di persone poiché i cimiteri civili si dimostrarono subito insufficienti. Nacque così un cimitero militare che fu utilizzato fino al 1945.

Il cimitero militare, che ha una estensione di 5.000 mq, si trova in Via Italská (Via Italia), è un luogo importante per la storia italiana, in quanto sono stati seppelliti i corpi di 5.276 italiani per lo più in fosse comuni (alcuni fonti parlano di 7.000 italiani) che furono prigionieri di guerra. A questo numero devono aggiungersi i 182 italiani esumati nel maggio del 1927 dal cimitero di Broumov e concentrati a Milovice. La maggior parte dei connazionali affluì dopo la battaglia di Caporetto avvenuta nell’autunno del 1917.

I morti italiani furono certamente i più numerosi, e da qui nasce la denominazione di “cimitero degli italiani”, ma non furono gli unici: in questo luogo sono stati sotterrati anche i corpi di 527 russi, 60 serbi, 323 militari austro ungarici (224 cechi, 49 ungheresi, 40 polacchi, 4 austriaci e 2 infermiere ceche). Il cimitero ha continuato a svolgere la sua triste funzione anche oltre il primo dopoguerra, fino al 1945. Pertanto si sono aggiunti i corpi di 49 soldati cechi, 61 tedeschi e 12 russi.

Scorrendo l’elenco dei Caduti, non si può fare a meno di notare come la diagnosi di morte per la grande maggioranza fu attribuita ad "edema". In realtà si trattava di una parola ambigua per nascondere quella che fu la maggior causa di morte, e cioè “l'inedia”, che è la forma più grave di malnutrizione. Può derivare dal digiuno, dalla carestia, dall'anoressia nervosa, da gravissime patologie del tratto gastrointestinale, dall'ictus o dal coma. La risposta del metabolismo basale all'inedia cerca inizialmente di preservare le fonti energetiche e i tessuti corporei. Comunque, alla fine, l'organismo utilizza i suoi tessuti come fonte di energia, determinando oltre alla distruzione degli organi viscerali e dei muscoli anche l'estrema riduzione del tessuto adiposo. L'inedia totale è fatale in 8-12 settimane.

Ogni anno, i primi giorni di novembre, l’Ambasciata italiana ed altre istituzioni organizzano eventi commemorativi e messe in loco. È frequente la presenza di associazioni del corpo degli alpini e dei bersaglieri. L'inaugurazione del neo restaurato monumento ai Caduti d'Italia risale al 29 ottobre 1922. In prossimità del cimitero è presente un piccolo museo, con cimeli e documenti originali sul campo di Milovice, inaugurato il 2 novembre 1996; la cura del museo è in capo all’Ambasciata italiana.