Pasi Domenico

Pasi Domenico

Lugo 19 aprile 1892 - Lugo 21 agosto 1923

Pittore e decoratore, Domenico Pasi, detto “Nino”, nasce a Lugo il 19 aprile 1892. Studia alla Scuola Comunale di Disegno di Lugo diretta dal pittore Domenico Visani. S’introduce nella cerchia di Pratella e a Firenze, allievo dell’Accademia di Belle Arti nel 1916, frequenta il gruppo futurista fiorentino e lo studio di Emilio Notte. La sua adesione futurista, entusiasta e focosa, lo spinge a partecipare a mostre e a manifestazioni. Forse di quell’anno è una mostra a tre (con Giacomo Vespignani Anacleto e Margotti) allestita a Firenze e da Pasi stesso promossa (da una testimonianza verbale di A. Margotti a Serafino Babini). Nel settembre 1915 espone alla Mostra di arte e beneficienza di Faenza. In catalogo (ai numeri 111 e 118-120) appaiono quattro sue opere: Nevicata, Motivo di primavera, Effetto lunare e Bozzetto.

Ma è all’Esposizione interregionale d’arte di Lugo del settembre 1917 che espone veri tentativi futuristi. Tra le ventidue opere presentate sollevano attenzione le due chiamate Figura – sedile nella continuità dello spazio + luce e Bottiglia + bicchiere + luce. Ci sono poi opere significativamente indicate come “sintesi lineari”: Paesaggio, Ballerina e Nuotare. Nel 1919 partecipa con due tele alla Grande esposizione nazionale futurista alla Galleria Centrale d’Arte a Palazzo Cova di Milano (che poi si trasferisce a Genova e alla Pergola di Firenze): le due opere sono ai numeri 247 e 248 del catalogo con i titoli Scomposizione (Natura morta) e Scomposizione di una testa. Nell’inverno del 1921 fa parte del comitato organizzatore della Mostra d’arte futurista e d’avanguardia di Ravenna, dove tuttavia non appare in catalogo come espositore.

Frattanto, nel settembre 1919, ha fatto esplodere assieme a Virgilio Ricci un caso cittadino che testimonia del fermento futurista in atto. Stava iniziando a Lugo la stagione lirica quando tra i due pittori e l’amministrazione comunale scoppia una violenta diatriba. I pittori dovevano approntare un fondale per il palcoscenico del teatro: il Comune reclamava che fosse intonato allo stile della platea, disegnata dal celebre architetto bolognese Antonio Galli (Bibiena) mentre Pasi e Ricci pensavano a una composizione di fantasia. Il diverbio tiene banco sulla stampa locale con botte e risposte. Del 20 settembre 1919 è un volantino intitolato “Ad un sindaco insolente” nel quale Pasi e Ricci attaccano il sindaco con rabbia “futurista”. Uno storico locale ricompose la questione dimostrando che la struttura del Bibiena era in realtà un rifacimento di primo Ottocento.

Muore giovanissimo, a Lugo il 21 agosto 1923, all’età di 31 anni.