Petraccini Maria Maddalena, Memoria per servire

Maria Maddalena Petraccini, Memoria per servire

Memoria per servire alla fisica educazione de' Bambini, Ferrara, 1789

 

Maria Maddalena Petraccini Ferretti è nota per la compilazione di un breve manuale intitolato Memoria per servire alla fisica educazione dei bambini commissionatole dalla contessa Barbara Papini Corbici e a quest'ultima dedicato. La nobildonna, prossima ad essere madre, chiedeva infatti alla Ferretti, donna esperta e colta, che aveva intrapreso studi di Chirurgia e Ostetricia prima a Firenze poi a Ferrara, consigli di puericultura. Maria rispose con entusiasmo alla richiesta, anche nella speranza di poter così divulgare il proprio metodo di allevare i neonati. Un metodo originale e decisamente innovativo col quale sperava di poter aiutare le future madri a correggere abitudini sbagliate ma radicate dalla tradizione, e dunque di poter migliorare la salute dei loro figli.

Memoria per servire alla fisica educazione dei bambini, pubblicato nel 1789 a Ferrara (suo unico lavoro), la fa entrare, a buon diritto, nella ristretta avanguardia femminile che anche in Italia contrassegnò il Settecento. Un secolo, questo, caratterizzato da rivoluzioni culturali, in cui si fecero strada, tra l'altro, nuove concezioni scientifiche e pedagogiche che la Ferretti cercò di diffondere allo scopo di dare nuova dignità all'infanzia: «io abbandono il fantasma del pregiudizio e, disprezzando il volgare sentimento, mi armo a favore dell'innocente umanità» [Petraccini Ferretti, 1789]. Eppure era consapevole delle difficoltà causate dal suo essere donna poiché, come scrisse amaramente nella prefazione all'opera: «io però non cesso di essere Donna, e perciò stesso un oggetto, che può meritare poco l'altrui considerazione».

Scritta basandosi sulla sua esperienza personale a seguito della nascita del primogenito, la memoria della Ferretti fu certamente influenzata dalla lettura dell'Émile di Rousseau, oltre che dall'opera di Nicolas Andry De Boisregard (1658-1742), decano della Facoltà medica di Parigi e fondatore della moderna ortopedia. In un periodo in cui le donne rivestivano un ruolo tradizionale all'interno della famiglia, seguendo generalmente l'educazione dei figli solo nella primissima infanzia, Maria, al contrario, prospettava un modello estremamente moderno, che risentiva certamente della preoccupazione derivata dall'enorme mortalità infantile, divenuta ormai un vero flagello.

In un'ottica tanto attuale quanto del tutto rivoluzionaria per l'epoca, ecco dunque che Maria sconsigliava le strette fasciature allora abbondantemente utilizzate: inutili, in quanto nocive alla salute dei piccoli, giacché li costringevano in posizioni innaturali, causa principale di malformazioni, oltre che esporli a tremende sofferenze. Al bimbo appena nato prescriveva bagni tiepidi e riposo tranquillo, vestiti comodi, ovvero «una camicia alquanto larga [...] affinché nulla avesse che ai suoi piccoli moti servire potesse d'impedimento» [Maria Petraccini Ferretti, 1789]. La Ferretti era altresì decisamente favorevole all'allattamento materno, una consuetudine a quei tempi praticata solo dalle donne di basso ceto, tenendo le aristocratiche e le ricche borghesi una balia in casa appositamente a questo scopo, o inviando i lattanti a domicilio da quella: Maria consigliava «che tre ore dopo il parto è bene che la Donna attacchi al petto il suo bambino» [Maria Ferretti, 1789].

Raccontava le ore passate allegramente insieme al figlioletto che, a soli 7 mesi, potendosi muovere liberamente, cominciava a gattonare; benché impensierita dalle reazioni dei suoi concittadini, fece tuttavia un'altra scelta controcorrente nel momento dello svezzamento, sostituendo gradualmente al proprio latte «tre o quattro volte al giorno una ben cotta minestrina» [Petraccini Ferretti, 1789]: con questa dieta il bimbo crebbe robusto finché ad un anno cominciò a camminare. E dunque l'autrice poté concludere il proprio manuale orgogliosamente, presentando il risultato di un bimbo robusto e snello, augurandosi che la propria esperienza potesse essere seguita da altre madri per migliorare la qualità della vita dei loro figli.

(Fonte: Miriam Focaccia, Università di Bologna)