Spedale e Confraternita del Corpus Domini, Lugo

Lugo, Spedale e Confraternita del Corpus Domini

Detto l'Ospedalino, fu istituito nel 1300 a seguito della soppressione di altri due istituti distrutti dai faentini.

 

 

Lo Spedale del Corpus Domini, detto l’Ospedalino, fu istituito nel 1300 a seguito della soppressione di altri due istituti, dei quali assorbì le rendite: gli Ospitali di San Lorenzo Martire e di Santa Maria della Scala, distrutti dai faentini nel 1218 e rimasti con rendite insufficienti per esplicare le loro funzioni. La storia dell’origine esatta di questo istituto si è, però, persa nell’incendio che ha bruciato e disperso l’archivio durante le guerre dei principi estensi.

L’ospedale e la relativa chiesa, dedicati al Corpus Domini, alla Beata Vergine della Scala e a San Lorenzo Martire, si collocavano nella strada dè Brozzi, attuale via Mazzini, al civico n. 632. Papa Leone X[1] affidò, nel 1518, l’amministrazione dei beni dell’ospitale agli ufficiali (detti anche massari) della Confraternita del Sacramento, poi del Corpus Domini, affinché continuassero ad aiutare i poveri infermi, allevare gli esposti e ad ospitare i pellegrini. La confraternita fu eretta intorno al 1400 nella chiesa di San Giacomo ove rimase fino al 1596, quando si trasferì in un nuovo spedale. Era composta da 36 confratelli, scelti tra i residenti o i nati nella contrada dè Brozzi, vestiti con un sacco di tela lunga a strascico, almuzia[2] e corda, con fiocchi al fianco, di color porpora divenuta poi bianca. Ogni tre anni venivano eletti al loro interno due ufficiali per la gestione dei beni dello spedale, che comprendeva fondi rustici, un piccolo appezzamento di terreno, un fabbricato e diversi capitali fruttiferi, tutti lasciti testamentari di benefattori lughesi. La vita della confraternita era fondata su uno statuto che regolava i loro obblighi comportamentali.

La confraternita con le sue rendite stipendiava un cappellano e un fattore nominati ogni tre anni. Il custode-fattore, a cui era concessa a titolo gratuito l’abitazione, la legna per scaldarsi, il vino e il lume per i suoi consumi famigliari e 66 scudi annui, aveva il dovere di ricevere gli esposti, con l’obbligo di farli battezzare e di spedirli al brefotrofio di Imola. Aveva inoltre il compito di assistere il parroco, di esplicare la mansione di sacrestano nella confraternita e di agente di campagna.

La confraternita era impegnata nella distribuzione di carne (buoi o capponi) ai poveri della zona a Pasqua e a Natale; sussidi ai confratelli poveri e infermi ed alle puerpere; elargizione di pane, vino, elemosine a domicilio, medicinali, zoccoli e scarpe nei mesi invernali; mantenimento dei trovatelli della contrada dè Brozzi presso famiglie affidatarie sino al compimento dei dodici anni per i maschi e sino al matrimonio per le femmine[3] ed invio di pane e carne ai prigionieri, onere suddiviso fra i vari spedali del territorio.

Lo spedale era annesso all’oratorio ove si celebravano il Corpus Domini (primo giovedì dopo l’ottava di Pentecoste), San Lorenzo (10 agosto) e l’Assunzione in cielo della Vergine (15 agosto). Al piano superiore si trovava la chiesa[4], attiva sino al 1812 quando fu chiusa e adibita a residenza della Congregazione di Carità. Una piccola tavoletta, sulla porta della chiesa, ricorda il nome dello spedale.

Nel 1861 l’amministrazione passò in mano alla Congregazione di Carità di Lugo.

 

[1] 1513-1521.
[2] Rocchetto, parte che copre la testa.
[3] Dal 1754 i trovatelli erano raccolti, battezzati e trasportati all’ospedale della Scaletta di Imola.
[4] La chiesa aveva un solo altare e due nicchie ospitanti le statue della Madonna della Scala e di San Lorenzo, titolari degli spedali incorporati.

 

(Fonte: Sonia Muzzarelli, Gli Spedali e le Confraternite nel Territorio Lughese, Centro Stampa dell’Azienda USL della Romagna, Ravenna, 2014)

Bibliografia: vedi scheda specifica