1944-08: 26 – L’eccidio degli Orsini

26.08.1944 - L'eccidio degli Orsini

Impiccati a Savarna insieme a Ivo Calderoni e Giuseppe Fiammenghi.

Il 22 agosto 1944, nel corso di una massiccia operazione della Brigata Nera di Ravenna, estesa a tutta la provincia, in rappresaglia all’uccisione del brigatista Leonida Bedeschi, avvenuta il 18 agosto, ad opera del partigiano Umberto Ricci (Napoleone), vennero catturati Nello Orsini (30 anni), il cugino Luciano (22 anni) e lo zio Aristide (45 anni) a Villa San Martino e portati nella Casa del Fascio di Lugo. Nei sei giorni successivi all’attentato furono arrestate quasi quattrocento persone. Nonostante l’esecuzione di undici uomini e una donna, molti ostaggi furono trattenuti e tra questi anche gli Orsini.

Il 26 agosto 1944 un gruppo di partigiani del distaccamento “Terzo Lori” esegue un attentato lungo la Statale 16, fra Mezzano e Ravenna, lontano da case abitate. Nell’agguato all’autocolonna tedesca un soldato resta ucciso. La rappresaglia è immediata. Le carceri di Ravenna sono ancora piene dopo la strage fascista del ponte degli Allocchi del giorno prima e i tedeschi chiedono ad Andreani della Brigata Nera di Ravenna alcuni uomini da fucilare. Andreani ne consegna 11 fra i quali Ivo Calderoni, Giuseppe Fiammenghi e i tre Orsini  già arrestati nei giorni precedenti. L’impiegato Stefano Miccoli invece viene arrestato la mattina stessa dai brigatisti Capanna e Gamberini che lo conducono in carcere. Appresa la notizia, la moglie Maria Ghiselli va a cercare il marito e lo vede a piedi con altri 10 arrestati, sorvegliati da militari tedeschi. Gli undici uomini sono fatti salire su due camion; sei vengono trasportati a Camerlona, cinque a Savarna.

A Camerlona, verso le otto, circa un’ora dopo la strage, l’odontotecnico Cortese Fabbri sta transitando in quella località quando vede a terra sei cadaveri irriconoscibili per le ferite e il sangue che li imbratta. Inchiodato ad un albero legge un cartello che con grafia gotica porta la scritta «Qui furono uccisi sei partigiani per aver ucciso un camerata tedesco». Fabbri è fermato e obbligato ad aiutare i soldati a scavare una fossa. L’esecuzione è stata compiuta da soldati tedeschi ma sul luogo sono presenti anche alcuni brigatisti in uniforme nazista. A morire sono: Giulio Lolli, Pietro Lucci, Lino Mascalzoni, Stefano Miccoli, Ermidio Salvatori e Vincenzo Zanzi.

Le altre cinque vittime designate sono uccise invece a Savarna, nel luogo dove è stato ferito un soldato tedesco. Mentre i sei uccisi di Camerlona sono stati fucilati, questi cinque sono impiccati. Tutti quanti sono stati catturati alcuni giorni prima durante il rastrellamento per attuare la rappresaglia in seguito all’uccisione del brigatista nero Leonida Bedeschi.

Gli Orsini erano popolari antifascisti lughesi. Il ventiduenne Luciano, che nello scrivere alla fidanzata Renza assume la posizione di colui che è preparato alla morte, nel periodo badogliano aveva partecipato ad una riunione di repubblicani dai quali era stato nominato capo militare. La cattura sua, del padre e del cugino, pur se in conseguenza dell’uccisione di Bedeschi, era stata decretata dal fascio di Lugo per ragioni non solo politiche. Infatti tra i brigatisti che il 22 agosto avevano compiuto il rastrellamento a Villa S. Martino vi erano anche Gian Luigi Callegari e Luigi Sangiorgi i quali, insieme a Antonio Ronchi, si erano offerti volontari per catturare gli Orsini. I primi due covavano vecchi rancori e più di una persona li aveva sentiti in precedenza minacciare Aristide. Quando Renza Gallignani si era offerta come ostaggio al posto di Luciano, Ronchi aveva rifiutato rassicurandola che i tre uomini sarebbero stati rilasciati subito dopo l’interrogatorio. Quattro giorni dopo sono, invece, furono impiccati insieme a Giuseppe Fiammenghi e Ivo Calderoni. Vengono lasciati appesi per diversi giorni lungo quello che era l'argine di una canalizzazione artificiale (creata dai tedeschi per rallentare l'avanzata degli Alleati e dei Partigiani), allo scopo di terrorizzare la popolazione di Savarna.

(Fonte: www.straginazifasciste.it)

 

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