Cotignola la si doveva vedere prima della guerra, un paese di braccianti, certo, ma pure di opere d’arte che spuntavano qua e là, perché fu abitato dai legionari romani e prima ancora dai celti. Del periodo di prima della guerra è rimasto poco, meno del 20% delle case, e non ci sarebbe nemmeno quello se non ci fosse stata l’Operazione Bandiera Bianca.
Era il 10 aprile 1945 e a Cotignola c’era da salvare quello che era rimasto. Poche cose perché gli Alleati la consideravano un’armata roccaforte tedesca e non solo avevano bombardato ininterrottamente per cinque mesi, ma ora che dovevano avanzare intendevano passarla a tappeto: bombe dagli aerei, granate e spezzoni dai cannoni.
Le truppe alleate erano di là dal Senio, sulla sponda destra. I tedeschi nel ritirarsi avevano minati i campi, non ci si poteva spostare, insomma una situazione difficile. Tutti si aspettavano il peggio ma Luigi "Leno" Casadio e don Stefano Casadio, due uomini con lo stesso cognome ma non parenti, uno capo partigiano l’altro capo religioso, si scambiarono prima le loro idee e poi decisero di agire: passarono il Senio su una passerella traballante portando un lenzuolo bianco che fungeva da bandiera bianca. Proseguirono per campi minati ed infine arrivarono dagli Alleati. Dissero di non bombardare più perché gli unici tedeschi che erano rimasti in paese erano già prigionieri dei partigiani. Non fu cosa facile. Gli Alleati non volevano rischiare. Gli ordini erano sempre gli stessi: bombardare a tappeto e poi avanzare. Gli Alleati, increduli, tennero in ostaggio Don Stefano e fecero riattraversare il fiume minato a Leno che, sotto la minaccia delle armi delle pattuglie Neozelandesi, consegnò il paese liberato. Per questo episodio don Luigi Casadio ha ricevuto la Medaglia al valor civile.
Di quella “Operazione bandiera bianca” i cotignolesi vanno fieri. Due uomini di tendenze diverse, per credo religioso e ruolo, si sono uniti per salvare persone e cose (per la verità la storia della Resistenza ci dice che i casi sono più d’uno). Ma, nonostante questo, la guerra si portò via 270 civili e tutti dopo l’8 settembre del ’43. Una guerra che il fascismo avrebbe fatto bene a non dichiarare.
(da: Resistenza Libertà, organo dell'ANPI provinciale della provincia di Ravenna, anno IX, n.5 settembre-ottobre 2007)
"L’Albaraz nell’isola", docufilm di Primola con immagini video mai viste della Liberazione di Cotignola del 9 e 10 aprile 1945.