3.05_Beata Vergine del Piratello di Imola

Beata Vergine del Piratello di Imola

Questo a fresco è tutt'ora conservato nel Santuario del Piratello di Imola.

 

[1] Principale fonte per la genesi di questo culto sono le Cronache Forlivesi di Andrea Bernardi [2], secondo cui il 27 marzo 1489 un'immagine della Madonna, dipinta dentro la nicchia di un pilastro costruito vicino ad un pero sulla via Emilia, avrebbe parlato ad un pellegrino di passaggio, il cremonese Stefano Mangelli, svelando il desiderio di essere onorata in quel luogo. Comandato quindi al pellegrino di diffondere tra le genti la sua volontà, lo indirizzò ad Imola, riempiendogli le braccia di rose di bellezza mai vista e rare in quella stagione, perché non dubitassero della sua visione. Dopo che il Mangelli ebbe parlato col Governatore, una processione si recò al pilastrino e molti prodigi si verificarono, generando il culto per la Madonna del Piratello. 

Esistono tuttavia diverse lacune nella storia dell'origine di questa leggenda, a partire dallo stesso nome, rivenuto in più versioni nei documenti antichi: Peradello, Peradelle, Pyradello, Paradello, Paratello, Pradello, Pratello, Pradel (dialettale). E' però probabile che esso derivi da "Peradello", il nome di un fondo esistente nella stessa località già molto tempo prima del racconto del Mangelli. [3]

Anche la datazione è incerta, difatti alcuni cronisti di pochi anni successivi al Bernardi parlano di un'immagine di carta collocata sul pero precedentemente a quella che parò al Mangelli dal pilastrino. Sulla base delle sue ricerche, Bedeschi ritiene di doversi riferire a questa prima immagine, anticipando la data del miracolo al 27 marzo 1483. Il pilastrino sarebbe stato quindi costruito successivamente sul luigi della visione, ad ospitare un'immagine più pregevole e non deperibile. Questo a fresco è tutt'ora conservato nel Santuario del Piratello di Imola, ed il suo modello ha trovato larghissima diffusione nelle zone attorno alla città. 

 

[1] Sulla Beata Vergine del Piratello di Imola: P.Bedeschi, L'origine del culto della Madonna del Piratello e le sue oscurità: note critiche, Bologna 1965; B.Venturi, Edicole e immagini devozionali tra realtà storia e tradizione, (a cura di) E.Morigi, B.Venturi, Edicole devozionali del territorio ravennate. Comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Ravenna e Russi, Longo Editore, Ravenna 2004, pp.46-47

[2] Andrea Bernardi, Cronache forlivesi dal 1476 al 1517, pubblicate ora per la prima volta di su l'autografo, a cura di G.Mazzantini, Bologna 1895-1897

[3] P.Bedeschi, L'origine del culto... op.cit.

 

Ilaria Danesi