3.14_Beata vergine di San Luca di Bologna

Beata Vergine di San Luca di Bologna

Dipinto in tela su legno, raffigurante una Vergine con il Bambino in braccio.

L’immagine della Madonna di San Luca di Bologna è un dipinto in tela su legno, raffigurante una Vergine con il Bambino in braccio, appartenente al tipo della Odighitria (colei che indica la via), in cui la Vergine con la mano destra indica nel Bambino la via da seguire ai propri fedeli. La tipologia è detta di San Luca ed identificata come tale a Bologna dalla metà del XVI secolo, in quanto, secondo, una tradizione cristiana risalente al VI secolo, l’evangelista Luca, patrono dei pittori, ne realizzò di sua mano una in questa posa.

Alcune radiografie hanno recentemente scoperto che l’immagine conservata nell’omonimo santuario Bolognese non è in realtà la prima, ma si sovrappone ad un modello bizantino appartenente allo stile metropolitano (fine IX-X secolo). La redazione attuale si collocherebbe invece tra XII e XIII secolo, e sembra ascrivibile a mano occidentale, forse italiana, probabilmente influenzata dalle Madonne bizantineggianti dette “Madonne dei Crociati”. Non si conosce l’anno in cui fu portata a Bologna, forse in occasione dei pellegrinaggi o delle crociate a cui certamente i bolognesi parteciparono; tuttavia quella che era solo una tradizione, l’origine orientale della Madonna, sembrerebbe ora confermata dalle scoperte scientifiche. Il documento più antico di cui siamo in possesso risale soltanto al 1459 ed è un codice scritto da Graziolo Accarisi in cui si riportano tradizioni orali sul culto, già da tempo radicato.

La divina immagine, dipinta da San Luca, sarebbe stata conservata precedentemente in Santa Sofia a Costantinopoli e portava con se’ un’epigrafe che ne richiedeva la collocazione in una chiesa dedicata all’evangelista sul Monte della Guardia. Un pellegrino chiese ed ottenne permesso di prendere l’immagine e cercare il Monte; giunto a Roma incontrò il nobile bolognese Pascipovero dei Pascipoveri che lo indirizzò al Colle della Guardia nei pressi di Bologna, dove l’immagine fu accolta. Il Santuario a lei dedicato fu fondato nel XII secolo da una giovane devota di nome Angelica che si era ritirata a vita eremitica sul colle e vi aveva fatto edificare una piccola chiesa. La comunità del colle si trasformò in monastica, mentre il culto rimase limitato sino al 1433, quando, nel timore di una carestia, il giureconsulto Graziolo Accarisi propose al Consiglio degli Anziani di recare in processione solenne l’immagine, imitando quanto fatto dai fiorentini con una loro “Madonna di San Luca”. Il 4 luglio i confratelli di Santa Maria della Morte si recarono al santuario per portare l’effigie in città, e la successiva processione coincise con il termine delle piogge torrenziali. Da allora il culto si diffuse, rinnovato ogni anno da una sentitissima processione e da altre discese in città in caso di particolari pericoli, e suggellato dall’incoronazione del 1603 per opera dell’arcivescovo cittadino Alfonso Paleotti.

L’immagine oggigiorno diffusa nelle targhe devozionali ha caratteri decisamente più occidentali rispetto all’originaria, ma l’impostazione iconografica rimane la stessa. Vista la diffusione di questo modello nel Seicento è assai probabile che l’iconografia sia stata mediata nei secoli da alcune stampe.

 

Ilaria Danesi