Alboni Maria Anna Marzia

Alboni Maria Anna Marzia

Città di Castello 6 marzo 1826 - Ville d'Avray 23 giugno 1894

Marietta Alboni non nacque a Bagnacavallo e neanche vi morì, e forse non vi capitò mai, ma le sue ascendenze sono nostrane, in quanto il padre Eustachio Alboni (1780-1843) era nato a Bagnacavallo, mentre la madre Geltrude Mazzetti (1795-1853) era natìa di Terra del Sole, a quei tempi appartenente al Granducato di Toscana ma terra romagnola anch’essa.

Maria Anna Marzia Alboni, detta Marietta, è stata un contralto italiano e può essere considerata come una delle maggiori cantanti liriche della storia e, insieme con Rosmunda Pisaroni, come il maggior contralto rossiniano dell’Ottocento.

Era nata a Città di Castello in Umbria il 6 marzo 1826 da genitori romagnoli, il padre Eustachio Alboni era dipendente della “Dogana Pontificia” e per motivi di lavoro era stato di sede in Umbria prima di far ritorno in Romagna. Trasferito a Cesena, il Tenente Alboni prese il comando della locale Dogana Pontificia; i coniugi Alboni avevano sette figli e Marietta era la più piccola. La sede di lavoro del Tenente Alboni a Cesena era dove ora è la Barriera Cavour (lato levante) mentre la famiglia abitava la casa in angolo con l’attuale Corso Sozzi e Via Mura ponente.

Marietta raccontava che il suo amore per il canto iniziò nel 1829 quando, accompagnata dai genitori, si recò in teatro ove si rappresentava “Il Mosè” di Rossini. Visti i progressi rapidamente compiuti dalla bambina, nel 1839, grazie all'incasso di un concerto sponsorizzato dal Bagioli e organizzato dal fratello, fu possibile raccogliere il denaro necessario per farle presentare richiesta di ammissione al Liceo Musicale di Bologna, di cui era appena divenuto “consulente perpetuo onorario” (per essere presto promosso direttore) Gioachino Rossini, in persona. In questa sua posizione, il grande compositore tenne praticamente a battesimo la giovane Alboni, iniziando quel rapporto reciproco di profonda stima e amicizia che sarebbe durato per tutta la loro vita.

Debuttò, interpretando la parte di Climene nella Saffo di G. Pacini (Teatro comunale, Bologna, 3 ottobre 1842), e s’impose quindi nella parte di Maffeo Orsini della Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti (Teatro alla Scala, Milano, 1843); cantò poi a Vienna, Pietroburgo, Praga, Berlino, Amburgo, Londra (con Giulia Grisi, e dove superò anche Jenny Lind), Parigi, Madrid, riportando ovunque grandi successi; venne in seguito scritturata per una tournée in America (1853). Inizierà ad abitare a Parigi in modo continuativo, infatti lì risiedeva anche Rossini e tanti artisti internazionali. In America vararono un veliero intitolandolo alla nostra Marietta: il “Clipper Alboni”, il poeta Walt Whitman scoprì la poesia dopo averla ascoltata cantare e in Francia le dedicarono una rosa, la “Madame Alboni”.

Nel 1853, al suo ritorno dall'America, e pur mantenendo sul palcoscenico il solo cognome da nubile, aveva sposato il conte Achille Pepoli, il quale diede ben presto segni di squilibrio mentale: affetto da manie di grandezza e, nel contempo, da gravi impulsi suicidi, l’uomo dovette essere sottoposto ad una sorveglianza crescente, al punto da costringere infine la moglie a ritirarsi dal palcoscenico per potersi dedicare interamente alle sue cure. Solo verso il 1865, l’Alboni si rassegnò a farlo internare in una casa di cura dove morì il 10 ottobre 1867, senza che comunque la moglie manifestasse alcuna intenzione di riprendere la carriera. Quando però, poco più di un anno dopo la scomparsa del conte Pepoli, anche Rossini, il 13 novembre 1868, morì, l’Alboni riemerse immediatamente dal suo ritiro e volle prender parte al funerale del tanto amato e rispettato maestro, nella Chiesa della Trinità, a Parigi. In occasione della cerimonia, cantò, al fianco di Adelina Patti, il maggior soprano dell'epoca, un brano del Dies irae, "Liber scriptum", adattato alla musica del duetto "Quis est Homo" dallo Stabat Mater composto dallo stesso Rossini. In segno di rispetto e deferenza nei confronti del suo vecchio maestro, ella accettò inoltre di rientrare, in qualche modo, in carriera, per portare in tournée per l'Europa la versione con orchestra della Petite messe solennelle: lo sentiva infatti come un dovere morale dal momento che una volta Rossini le aveva manifestato la speranza che sarebbe stata lei ad eseguirla dopo che lui fosse morto, e le aveva anche rivelato di averla composta pensando a lei.

Nel 1872 apparve in poche serate a scopo di beneficenza e furono i suoi ultimi concerti.
Morì a sessantotto anni, nel 1894, a Ville-d'Avray, vicino Parigi, nella sua "Villa La Cenerentola", e fu sepolta nel Cimitero di Père-Lachaise. Sempre impegnata in opere di carità (spesso in memoria del suo maestro Rossini), lasciò quasi tutti i suoi beni ai poveri di Parigi, nel testamento scrisse:

È cantando
praticando quest'arte suprema
e consolatrice fra tutte
che ho acquistato tutta la fortuna
che possiedo, e che lascerò
la vita, con questo dolce
pensiero d'averne disposto
per incoraggiare e per consolare.

 

Mario (Maginot) Mazzotti

  

Bibliografia
Necrologio, in Le Ménestrel (1894), n. 26, pp. 205-206
Marietta Alboni, Arthur Pougin, Paris, 1912
Centenario a Parigi, in Bollettino del Centro rossiniano di studi, V.Rigoni, 1956, p. 17
Una festa a Parigi, Valentina Rigoni, 1956, p. 75-76
Bibliographie universelle dei Musiciens, François-Joseph Fétis I, Paris 1873, pp. 56-57
Marietta Alboni, inEnciclopedia dello Spettacolo, Fedele d’Amico, I, Roma 1954
Dizionario universale dei Musicisti, Carlo Schmidl, I, pp. 29-30, e Supplemento, p.15