Enzo Babini ha sempre fatto della relazione tra il materiale e l’immateriale un punto centrale della sua ricerca e della sua passione. In quanto scultore ceramista, la materia rappresenta l’ineludibile inizio del proprio lavoro. La materia informe, sulla quale Babini conduce analisi raffinate e che manovra sempre alla luce di un progetto intellettuale ben definito: le terre di Romagna, le terre degli oceani e oltre. L'intelletto è dunque il primo elemento immateriale che cala nella materia e la informa; il primo elemento immateriale che consente alla materia di animarsi ancora prima che lo scultore vi affondi le mani.
Poi la luce, il vento, lo spirito, il soffio divino, il tempo, tutte dimensioni dell’immateriale con le quali Babini conduce una lotta serrata che è anche una turbolenta relazione d’amore. Questo amore e questa lotta gli consentono di far vivere le terre che lavora di vita propria, così che esse ci si presentino come il frutto più maturo di un percorso complesso e al contempo dimenticato; così che allo spettatore appaia solo il gioco di prestigio dell’opera finita, e che solo un difficile lavoro di interpretazione del processo possa portare alla luce ciò che sta dietro, il fondamento, ciò che sta sotto e che sostiene.
Il filo rosso che unisce queste opere è l’onda, ma l’onda è il risultato dell’azione del vento sul mare, cioè di un elemento aereo e spirituale sulla parte più ambigua e profonda della materia. Le infinite e chiarissime altitudini del cielo, nelle quali si produce il soffio del vento, si mescolano con le insondabili profondità oscure del mare e, nel punto esatto del loro incontro, l’unione della materia e dello spirito crea l’anima e il movimento, quel movimento plastico che, da sempre, costituisce la sfida più difficile per chi esercita il mestiere e l’arte dello scultore.
Quel punto esatto dell’incontro è la cattura. Onde catturate dal mare e dal vento, dalla terra e dal cielo, dalla materia e dallo spirito, che Babini ci restituisce con semplicità e bellezza in quanto testimone di quell’incontro, così come solo un artista sa fare.
Giovanni Barberini (da ENZO BABINI, Onde catturate, Edit, Faenza 2013)