Corona di spine

Corona di spine

Lo si può trovare nelle mani di figure piangenti come simbolo del loro dolore.

Legata alla Passione di Cristo, può essere iconograficamente accompagnata dagli altri strumenti della passione come la tenaglia, la spugna, la lancia, i chiodi, etc. E’ un simbolo raro nell’arte funeraria ottocentesca. Lo si può trovare nelle mani di figure piangenti come simbolo del loro dolore.

(Gian Marco Vidor, Dizionario dei simboli funerari, in www.storiaememoriadibologna.it)

 

La Corona di spine è uno degli strumenti usati per infliggere sofferenze a Cristo nella Passione, ma soprattutto, nell'intenzione dei carnefici, era volto a irridere la sua regalità, affermata da lui stesso, così come la canna gli fu posta in mano per richiamare lo scettro accompagnando la derisione con beffardi gesti di omaggio, canna che servì anche a ribadire sul capo le spine. Quindi la corona di spine era finalizzata alla sofferenza, ma in particolare al ridicolo e all'abiezione della persona, avvilita da insulti, gesti offensivi e sputi. Da qui la contraddizione cristiana: la corona segno di dignità diviene parodia e sofferenza con le spine e segno d'obbrobrio, per divenire poi un luminoso e regale segno della salvezza. L'agiografia nei secoli ha immaginato le spine più grosse, gli aculei più dolorosi delle diverse piante per sottolineare l'aspetto del dolore. Ma il confine tra il simbolo della tortura e quello della gloria diviene, dopo la Resurrezione, sempre più labile, facendo leva anche sugli aculei che si tramutano il punte d'oro, raggi luminosi, fulgore della regalità divina. La natura vegetale della corona di spine richiama la ghirlanda della vittima sacrificale e l'unicità della sua forma ne fa il simbolo dell'amore e della regalità divini.

(Fonte: Carlo Lapucci in www.toscanaoggi.it)