Cotignola, Chiesa di S. Ignazio di Loyola

Cotignola, Chiesa di S. Ignazio di Loyola

 o dei Gesuiti (1650 – 1945) - in fondo a Via Roma, già Via dei Gesuiti

È andata completamente distrutta durante il passaggio del Fronte (primi mesi del 1945). Faceva parte di un complesso di fabbricati, costruito nel 1650 grazie all’eredità di don Gaspare Bolis (1588-1635) e adibito come Collegio e scuole della Compagnia di Gesù, le quali, sotto la guida di un maestro di grammatica e retorica, rimasero attive dal 1663 al 1773, anno in cui papa Clemente XIV soppresse l’ordine. Ancora alla fine del Settecento i loro possedimenti erano tuttavia di una certa entità, se prestiamo fede ad un documento del 1796, contenuta tra gli atti del consiglio comunale, secondo il quale i possidenti locali avevano solo 5000 tornature, mentre tutto il resto era in mano a “forastieri, luoghi pii, monache ed ex gesuiti”.

La Chiesa aveva una facciata imponente ed era alta quasi venti metri, lunga 26,50 e larga 15 metri, improntata al cosiddetto stile gesuitico, ispirato al Quattrocento provinciale di lineare e classica semplicità. Aveva tre grandi cappelle, dedicate a S. Ignazio (con tre tele ed un altare di pietra) a S. Luigi (che si trovava a sinistra dell’entrata, con una grande tela conservata oggi nella canonica della Collegiata di Cotignola) e a S. Francesco Saverio, con la presenza di un grande quadro, ritenuto il migliore tra quelli presenti all’interno della Chiesa. Quattro cappelle minori affiancavano le due laterali ed in una era presente una statua raffigurante l’Immacolata di Lourdes, incastonata in una grotta, statua che, successivamente è stata conservata per moltissimi anni nella chiesa dell’Ospedale, ora chiusa.

Veniva celebrata una messa ogni domenica e, come apprendiamo dai Bollettini parrocchiali degli anni (1941-1943), quindi immediatamente precedenti la sua distruzione, venivano svolte funzioni religiose in onore della B.V. di Lourdes e anche, nello stesso mese di febbraio, l’adorazione durante gli ultimi giorni del carnevale, tempo durante il quale la parrocchia era particolarmente attiva nel combattere ogni iniziativa, indicata come segno di degenerazione morale. L’arciprete Alboni nel 1820 ricorda che all’interno dell’edificio erano presenti diversi e ricchi arredi sacri, fra i quali nove bellissimi damaschi settecenteschi, tutti andati perduti. Presso la Chiesa dei Gesuiti si trovava anche un oratorio, dove si svolgevano, negli anni Trenta del secolo scorso, le lezioni di una classe elementare e, sopra la porta d’ingresso, era presente una tela della Madonna. Dopo aver conosciuto una certa decadenza verso la fine dell’Ottocento fu riaperta al culto nel 1911.

Essa si trovava in fondo all’attuale via Roma e vicino all’Ospedale, nella via che prendeva il nome proprio dallo stesso ordine alla quale apparteneva, ossia Gesuiti, cambiando la propria denominazione ben tre volte: nei primi anni del Settecento, quando era una delle vie più densamente popolate di Cotignola, ospitando, tra l’altro, l’Ospedale delle Orfanelle, cambiò il nome, prima in “Strada di S. Giuseppe”, poi, nel 1721 “Castel Novo” e dopo l’Unità d’Italia, “via Farini, come apprendiamo dallo Stato delle anime del 1873. Nel corso degli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale, a ridosso del muro di ponente della chiesa dei Gesuiti, venne costruito un cimitero, dal momento che quello comunale si trovava distante dal centro storico. Il sito era rispondente agli impellenti bisogni del momento e l’area era accessibile da strade protette da muri continui delle case, sorgendo in una posizione quasi centrale di Cotignola. Qui verranno sepolti 86 morti, di cui 45 nel settore maschile e 41 in quello femminile. Il cimitero cesserà di funzionare il giorno stesso della Liberazione di Cotignola, 10 aprile 1945 e completamente espurgato prima dell’estate di quell’anno.

                                                                                                                                 Giordano Dalmonte

 

Fonti
Giuseppe Berdondini, Appunti per una storia di Cotignola, Faenza, Tipografia Faentina, 1971;
Stati delle anime, 1711, 1721 e 1783, presso Archivio parrocchiale Cotignola;
Bollettini parrocchiali di Cotignola, presso Archivio parrocchiale Cotignola;
Documentazione sull’ordine dei Gesuiti, presso Archivio del Patrimonio ex Gesuitico, in Archivio storico comunale di Ferrara;
XX Anniversario della Liberazione di Cotignola (10 aprile 1945 – 10 aprile 1965), Numero unico, Faenza, F.lli Lega, 1965.