Cotignola, Ospizio delle Orfanelle

Cotignola, Ospizio delle Orfanelle

 (1635 – 1896) - Via Rossini, già Strada delle Monache

Fu fondato da un nobile benefattore, don Gaspare Bolis (1588-1635), il quale volle che la sua casa fosse trasformata in ospizio “pro puellis orfanis”, comunemente chiamato delle “orfanelle”. Ubicato fino al 1807 nella strada denominata Castel Nuovo o Via dei Gesuiti, ospitava fanciulle dai 7 ai 14 anni, con possibilità di rimanervi fino ai 25 anni di età e con l’obbligo di assegnare una dote alle giovani al momento del loro matrimonio. Il loro numero era tra le 15 e le 20 ragazze, come da Statuto e la gestione dell’Istituto era affidata ad una direttrice. Diverse furono le visite apostoliche di cui fu fatto oggetto: se ne ricorda una del 1718 del vescovo di Faenza, mons. Piazza, il quale si recò in “Aedes Hospitalis”, la struttura appunto all’interno della quale erano presenti 26 puellae, sotto la responsabilità della Societatis Sanctissimi Sacramenti. Un’altra denominazione con la quale era conosciuto è Ospedale del Corpo di Cristo oppure Ospitale delle Orfanelle.

Nell 1807, in seguito ad un decreto reale, l’Orfanotrofio femminile fu concentrato, inizialmente, sotto l’amministrazione della Congregazione di carità, per passare poi nel 1815 sotto la tutela vescovile diocesana, sotto la quale rimase fino al 1859 quando fu restaurata la tutela governativa. Da allora cambiò anche sede, sistemandosi nel convento delle Clarisse, il quale ordine era stato soppresso alcuni anni prima, durante la dominazione napoleonica. Il Monastero delle Clarisse era stato aperto nel 1659 ed una delle sue fondatrici fu suor Maria Clarice Biancoli, figlia di Gaspare, uno dei personaggi più importanti della Cotignola del tempo. La vita di comunità, almeno per i primi tempi, doveva essere severa, tale da garantire alle giovani che vi entravano di “tenersi al riparo dai pericoli del mondo e dai gravi disagi, talvolta assai reali, della vita matrimoniale”. Non sappiamo il numero medio di suore presenti, ma, ad esempio, nel 1777, ce n’erano trentadue. Anch’esso, tra l’altro era stato finanziato dallo stesso don Gaspare Bolis, ricordato sopra, al quale si deve anche la fondazione del Collegio dei Gesuiti.

Dal 1807 dunque l’Orfanotrofio si trovava tra le attuali via Dal Rio, Cairoli, D’Azeglio e Rossini, ed andato poi distrutto durante la Seconda guerra mondiale, unitamente alla chiesa di S. Orsola che si trovava a fianco dello stesso fabbricato, come risulta da un’antica immagine del 1849. In questo luogo sorgerà poi, nel dopoguerra, l’attuale Casa di Riposo, mentre una piccola chiesa verrà costruita dal Genio civile di Ravenna nell’attuale via dal Rio ed intitolata sempre a S. Orsola. Nelle più recenti opere di ristrutturazione che hanno interessato la Casa di Riposo Tarlazzi, è scomparsa anche tale chiesa. Riguardo invece all’antica si sa che aveva un portico davanti alla porta maggiore posta a levante e, all’interno, vi erano tre altari.

Concludendo con l’ospizio delle Orfanelle, aggiungiamo che l’ultimo riferimento negli Stati delle anime della parrocchia di Cotignola risale all’anno 1896, quando vengono registrate una maestra di 72 anni e otto ragazze, dai 9 ai 16 anni. In seguito, troviamo l’indicazione della strada vicolo delle Orfane, nel quale, oltre a qualche famiglia, risiedevano sia il Comitato Opera Maternità e infanzia (dal 1930) sia un consistente gruppo di suore (ben 25 nell’anno 1941), la cui superiora era suor Maria Ignazia.

 

                                                                                                      Giordano Dalmonte

 

Fonti
Giuseppe Berdondini, Appunti per una storia di Cotignola, Faenza, Tipografia Faentina, 1971;
Archivio parrocchiale Cotignola, Stati d’anime, ad annos;
Giordano Dalmonte, Cotignola dal dominio estense all’Unità d’Italia, Longo, Ravenna, 2017.