Cotignola, Torre dell’orologio

Cotignola, Torre dell’orologio

 (XV secolo – 1945) - Piazza Vittorio Emanuele, già Piazza Maggiore

Annessa al municipio comunale è stata abbattuta nei primi giorni del 1945, in concomitanza con quanto accaduto alla Torre d’Acuto e al Campanile della chiesa del Suffragio e non sarà più ricostruita. Oggi, nel lato vicino a corso Sforza, dove originariamente esso si trovava, è presente il solo orologio. Il più antico documento fotografico, che testimonia la sua presenza nella pubblica piazza del paese, è un quadretto dipinto ad olio del secolo XVIII: si tratta più precisamente di una fornice di Porta Ponte con veduta della piazza, che solo nel secolo successivo verrà chiamata, dapprima Piazza Nuova, poi Piazza Grande e infine, nei primi del Novecento, col nome attuale, Vittorio Emanuele II.

La Torre dell’orologio era, dunque, parte integrante del Palazzo pubblico, come veniva indicato in uno Stato delle anime del 1721, al cui fianco si trovavano il Quartiere della famiglia armata, con il bargello, un tenente e altri soldati, con rispettive mogli e figli e, infine, la casa del Portinaro. Non sappiamo invece dove alloggiasse il cosiddetto Orologiario, di cui si ha menzione in un Decreto di visita del 1780, dal quale apprendiamo che riceveva uno stipendio di sei scudi, una miseria, se si pensa che venivano assegnati quasi otto scudi per il frate predicatore nel periodo dell’Avvento.

Non si dispongono di documenti certi sull’epoca in cui sia stata eretta questa torre, il cui più antico documento scritto, che si è potuto rinvenire, risale al 12 gennaio 1470: si tratta di una lettera del notaio pubblico, Zaccaria Zarabini, a Giovanni Ottoni, dei conti di Meda, capitano di Cotignola. Viene qui riferito che lo statuto di Cotignola era stato “reso pubblico da Sandro Barella, messo pubblico del Comune, presso la torre dell’orologio un giorno di domenica dopo la celebrazione della prima messa, mentre molti uomini erano lì presenti, udivano e ne comprendevano il contenuto”. Un ulteriore lettera del 20 febbraio 1477 conferma praticamente il precedente, con l’aggiunta che era stato premesso “il suono della tromba, come è usanza”.

Le più recenti fotografie di corso Sforza, con a sinistra la torre dell’orologio, e in fondo la chiesa del Pio Suffragio, ci permettono una dettagliata descrizione, della quale ringraziamo la prof.ssa Raffaella Zama: “Torre civica a base quadrangolare a quattro ordini: al terzo, sopra alla cornica, vi è un quadrante d’orologio in marmo bianco a cui è sovrapposta una slanciata cella campanaria terminante con cornici ad angoli smussati e cuspide con profilo a pagoda, probabilmente seicentesca, su cui svetta una sfera sormontata da una croce”. È interessante notare come, procedendo lungo corso Sforza, fosse possibile vedere in rapida successione quattro campanili: quello della Collegiata, dell’orologio, della chiesa del Suffragio e, in fondo, l’unico ricostruito, ossia quello della Torre d’Acuto, mentre il fondo stradale era pavimentato con selci e l’illuminazione, prima della guerra, era garantito da lampioni a gas. Questo era il Corso Sforza, di cui sappiamo che all’angolo della Torre dell’orologio, nei primi anni Trenta del secolo scorso, era presente uno spaccio, al numero civico 47.

                                                                                                      Giordano Dalmonte

 

Fonti
Raniero Orioli (a cura di), Statuti di Cotignola da Muzio Attendolo Sforza alla fine del XVI secolo, Faenza, Edit, 1998;
Amministrazione comunale / Associazione Pro Loco, Cotignola ieri, Lugo, Walberti, 1980.