Marta Finzi, figlia di Benedetto Finzi e di Ezia Servadio, coniugata con Alfredo Dalla Volta,
madre di Paolo (13 anni) e Anna Viola Dalla Volta (11 anni), nata a Senigallia (An) il 10 gennaio 1903.
Arrestata a Bologna. Condotta a Fossoli (Mo) e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz.
Convoglio del 06/12/1943 partito da Verona.
Morta in luogo ignoto e in data imprecisata, presumibilmente dopo il 23 gennaio 1944,
giorno della prima "selezione" per la camera a gas. Non è sopravvissuta alla Shoah.
(fonte CDEC / Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea)
La famiglia, originaria di Lugo, viveva a Bologna, per questo motivo il loro nome figura sia nella lapide sulla rocca di Lugo ed al cimitero ebraico di Lugo, sia nella lapide della Sinagoga di Bologna per gli 85 ebrei scomparsi in quella città.
Alfredo Dalla Volta era impiegato alle Poste di Bologna e aveva accettato di andare all'ufficio postale di Addis Abeba come volontario. La famiglia non si era perciò mossa da Bologna, sia perché aveva pochi mezzi, sia nella fiducia che il servizio prestato nella colonie avesse posto la famiglia al sicuro quasi come "discriminata" di fatto. Nel 1943 venne però anche per loro l'ordine di internamento in campo di concentramento. Vi fu un rastrellamento tedesco e la famiglia venne catturata e condotta a Fossoli, in attesa di partire per Auschwitz. È da segnalare il comportamento infame di alcuni vicini, che, per favorire l'arresto, impedirono ad Alfredo di recarsi come ogni giorno al lavoro.
Alfredo Dalla Volta era cugino di Marcella Jacchia, madre del professor Vasco Costa (poi preside del Liceo Classico di Lugo) e di Liliana e Vanda Costa di Lugo. Ad Agenore Costa, commerciante e padre del prof. Vasco, pervenne una toccante cartolina postale con le firme di Alfredo, Marta, Paolo e Anna.
"Verona 7.12.43 - Carissimi
Siamo in viaggio per terre lontane pieni
di fiducia e con l'animo a voi
rivolto. Speriamo Dio ci assista
e di riabbracciarvi un giorno.
Ricordateci, come noi vi
ricorderemo."
Probabilmente a Verona hanno gettato la cartolina dal vagone piombato che li portava ad Auschwitz e una persona pietosa l'ha imbucata. La censura postale l'ha vistata trovandola del tutto normale. Della famiglia Dalla Volta non si è più saputo nulla. Al comune di Bologna, nel censimento del 1951, la famiglia risulta semplicemente "irreperibile".
(Fonte: www.ultimelettere.it)
Il suo nome, insieme a quello dei familiari, appare sulla lapide della Rocca e al cimitero ebraico di Lugo.