Fossoli, Campo di Concentramento e Transito

Fossoli, Campo di Concentramento e Transito

Carpi, località Fossoli, Via Remesina Esterna n.32

A circa sei chilometri da Carpi, in località Fossoli, è ancora visibile il Campo costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari Alleati catturati in Nordafrica. Nel dicembre del 1943 viene trasformato dalla RSI, Repubblica Sociale Italiana, in Campo di concentramento per ebrei. Dal marzo del 1944 diventa Campo poliziesco e di transito (Polizei und Durchgangslager), utilizzato dalle SS come anticamera dei Lager nazisti. I circa 5.000 internati politici e razziali che passarono da Fossoli ebbero come destinazioni Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Dachau, Buchenwald, Flossenburg e Ravensbrück. Passarono per il campo di Fossoli 2844 ebrei, di questi 2802 furono deportati. Si conta che un terzo dei deportati ebrei dell'Italia transitarono per il campo di Fossoli. Dodici i convogli che si formarono con i suoi internati. Sul primo diretto ad Auschwitz viaggiava anche Primo Levi che rievocò la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine di "Se questo e un uomo" e nella poesia "Il tramonto di Fossoli" (scritta il 7 febbraio 1946):

Io so cosa vuol dire non tornare.
A traverso il filo spinato
Ho visto il sole scendere e morire;
Ho sentito lacerarmi la carne
Le parole del vecchio poeta:
«Possono i soli cadere e tornare:
A noi, quando la breve luce è spenta,
Una notte infinita è da dormire».

Tra il 1945 e il 1947 Fossoli diventa un Campo per gli indesiderabili, ovvero un centro di raccolta per profughi stranieri. Dopo la fine della guerra il Campo è utilizzato a scopo civile. Dal 1947 al 1952 è occupato dalla Comunità dei Piccoli Apostoli di Don Zeno Saltini, che dà vita a Nomadelfia. Dal 1954 alla fine degli anni '60 vi giungono i profughi giuliani e dalmati provenienti dall'Istria e qui vi fondano il Villaggio San Marco. Di proprietà dello Stato, il Campo dopo il 1970 cadde in uno stato di abbandono. L'apertura a Carpi nel 1973 del Museo Monumento al Deportato spinse il Comune a richiedere l'acquisto dell'area che, nel 1984, venne concessa dall’Intendenza di Finanza a titolo gratuito (grazie ad una legge speciale). Nel gennaio 2001 la gestione del Museo e dell'ex campo passò dal Comune di Carpi alla Fondazione ex Campo Fossoli.

Oggi del campo originale sono rimasti solo i muri delle baracche e la posizione delle strutture superstiti. I terremoti dell'Emilia del maggio 2012 hanno arrecato importanti danni alle baracche causando l'inagibilità del campo e la sua chiusura ai visitatori; il 9 novembre dello stesso anno il Museo e campo sono stati riaperti normalmente al pubblico.

 

Bibliografia
Liliana Picciotto, L'alba ci colse come un tradimento: Gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944, Mondadori, Milano, 2010
Danilo Sacchi, Fossoli: transito per Auschwitz. Quella casa davanti al campo di concentramento. Firenze, Casa Editrice Giuntina , 2002