Gola Hundrun

Gola Hundrun

Un'arte intrecciata alla vita e al mondo della natura

 

Gola Hundun, nato a Cesena nel 1982, laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, vive e lavora tra Barcellona e Rimini. Mezzi espressivi: muri, disegno, installazioni, pittura, scultura, performance. Le scelte di vita e gli interessi personali di Gola si riflettono in maniera evidente nella sua produzione artistica. Vegetariano dall’età di 16 anni, auspica un ritorno all’armonia primordiale tra uomo e Madre Terra. Dal 2004 si trasferisce a Barcellona (ove vive e lavora) dove viene influenzato dagli artisti locali che operano nell’ambito della street art e che lo inducono a riprendere la sua originaria attività di artista muralista. Il primo decennio degli anni 2000 rappresenta per lui un periodo di ricerca e di crescita che lo vede muoversi tra Italia, Spagna e tutta Europa, fino al 2010, quando trascorre un semestre di residenza in Quebec. Da lì la sua attività si espande in senso globale portando la sua presenza in Brasile (2010), Palestina (2011), Russia e Giappone (2012), Kazakistan (2013) e U.S.A. (2014).

Le tematiche più importanti della sua produzione sono proprio il rapporto tra l’uomo, la natura e gli animali, opere piene di colori, quasi psichedeliche, che richiamano l’arte sciamanica. Come testimonianza della sua partecipazione al festival Memorie Urbane, Gola ha realizzato un’opera dal titolo Tre Notti e un Giorno, raffigurante un’imponente vegetazione, cupa e poco dettagliata, dalla quale emergono le silhouette di figure animali. Quella di Gola Hundun è un’arte intrecciata alla vita e strettamente legata al mondo della natura in tutte le sue componenti, attraverso un sapiente uso del colore misto ad una forte carica spirituale e mistica mostra il legame viscerale e primordiale instaurato tra l’uomo e la biosfera.

 

“Sicuramente gli anni passati tra il liceo artistico a Ravenna e l’Accademia di Bologna mi hanno lasciato delle basi tecniche, per quanto negli anni successivi al coronamento degli studi abbia provato a sradicarle, spingendo verso un tipo di segno più naif e punk. In un secondo momento, mano a mano che la mia produzione sotto il nome di Gola cresceva, sono andato reintegrando ciò che avevo appreso durante gli studi a ciò che avevo indagato nei miei esperimenti personali tanto in strada come in studio, arrivando così al mio segno odierno. Mi piace abbracciare varie discipline per mettermi in gioco perché sono curioso ma anche perché ogni lavoro è legato a una visione, e di volta in volta scelgo il mezzo che mi sembra più efficace per rappresentarla. Se non avessi scelto il sentiero dell’arte avrei voluto essere naturalista, a volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita. L’attrazione che il regno animale e vegetale esercitano su di me è stata molto forte sin da piccolo e la necessità di sentirmi avvolto in atmosfere non antropomorfizzate è sempre più incisiva, d’altra parte già testi babilonesi parlavano dei problemi di estraniazione e le patologie che nascevano nella vecchia Uruk, come non percepirlo oggi. Questa propensione innata verso il regno naturale è sicuramente stata rafforzata dalla scelta del vegetarianesimo tra i 15 e i 16 anni che mi ha portato ad sentire questo legame ancora più radicalmente. Penso che la parte interessante di fare lavori nello spazio esterno, tanto urbano come naturale o rurale, è che gli stessi potranno essere visti da occhi non necessariamente preparati a riceverli, e per la maggior parte dei casi accoglieranno un pubblico non complice al mondo dell’arte. Per questo lasciare qualcosa nel mondo esterno è sempre un atto politico, perché genera un interrogativo dietro gli occhi del fruitore, o almeno lo era fino alla fase mainstream che sta vivendo il muralismo contemporaneo. Il linguaggio del colore è fondamentale per me, al di là delle scelte cromatiche che faccio istintivamente, e quelle veicolate da contrasti percettivi “classici”, ultimamente sono interessato alla chiave di lettura esoterica del colore e ai significati dei colori dell’aura. Il colore di per se è messaggio, bisogna conoscere la lingua per parlarla correttamente.”

 

www.golahundun.com