Lugo, Casa Lanzoni

Lugo, Casa Lanzoni

 poi Tesoreria Banca d’Italia (XIX sec. – 1925) - P.zza Cavour angolo C.so Mazzini

Fu uno dei luoghi-simbolo della città. Dalle finestre di quella casa il 13 giugno 1859 sventolò a Lugo il primo tricolore italiano. Dall’edificio uscì il manipolo dei rivoluzionari che fecero arrendere la guarnigione papalina [in Rocca]. Per ricordare quello storico avvenimento, cinquant’anni più tardi, nel 1909, sullo sprone della Rocca verso corso Mazzini (è zona questa nota come “ponte di Brozzi”), fu posta la lapide, ancor oggi visibile, il cui testo fu dettato da Fausto Balbo, allora bibliotecario della “Trisi”, fratello maggiore del futuro quadrumviro, Italo.

 

TRA IL PASSATO E L’AVVENIRE

LA STORIA DI LUGO FERMO' A TERMINE

IL DI 13 GIUGO 1859

CHE VIDE INNANZI ALLA VIRTU' CITTADINA

CESSARE PER SEMPRE LA POTESTà DEI PAPI

E IL POPOLO SALUTARE IN QUESTA PIAZZA

IL VESSILLO DELLA LIBERTA'

 

L’esponente di punta della famiglia Lanzoni – proprietaria dello stabile – fu Gaspare (1832-1902), patriota e cospiratore, membro del Circolo “Mazzini” e della Società Democratica “Reduci delle Patrie Battaglie”. «Giovanissimo – scrive il settimanale “La Vedetta” – appartenne alla “Giovane Italia”. La sua casa era il ricovero degli affratellati. Combatté nel ’48 [sic] per la Repubblica Romana, ritornato in patria fu perseguitato dal governo pontificio. Il suo nome è legato ai fatti gloriosi del nostro Risorgimento. E lo trovammo poi sempre dovunque la patria richiedeva il suo braccio. Egli fu con Garibaldi da S. Pancrazio - al Volturno - a Condino».

La cosa che ha dell'incredibile (per un repubblicano) è che i suoi funerali, per volontà della famiglia, si svolsero in forma religiosa. Un manifesto, fatto affiggere dai Reduci, stigmatizzò l’accaduto: «Ma il suo pensiero di continua e tenace ribellione alla menzogna sacerdotale è stato profanato dalla livida rabbia pretesca. Un manifesto ‘anonimo’, dopo un fugace e mentito elogio delle sue virtù, annunziava il funerale in forma religiosa, e ieri mattina [sabato 22 novembre 1902, n.d.r.] uno stuolo di preti accompagnava all’ultima dimora il veterano di tutte le civili battaglie: battaglie d’armi contro il potere temporale dei papi, battaglie meno cruenti ma non meno feconde del libero pensiero contro il dogma».

Nel 1925, Casa Lanzoni fu demolita per far posto alla Tesoreria della Banca d’Italia, il cui monogramma è riprodotto in serie nel fregio murale sulla facciata. Sopra l'ingresso di corso Mazzini 2, è visibile una formella con “1926” in numero romano, anno in cui il palazzo venne ultimato. Esso è opera del bolognese Cleto Capri (1873-1965), eclettica figura di pittore, ceramista, designer e decoratore. Sono noti, grazie ad un articolo de “Il Messaggero”, gli altri nomi, oltre al Capri, che realizzarono l’opera: l’ingegner conte Filippo Colloredo di Mels (Ud), i capi mastri Lodovico Sartori e Luigi Rossini con le loro cooperative e, soprattutto, il nome del decoratore, Attilio Sella. Attualmente al piano terra ha sede il Banco BPM, già Banco di San Geminiano e San Prospero.

 

Giovanni Baldini

 

Fonti
“La Vedetta”, Lugo, 23 novembre 1902, pagg. 2-3;
Il nuovo palazzo della Banca d’Italia, “Il Messaggero”, 28 novembre 1926, pag. 3;
Ivo Tampieri, Stradario Lugo Capoluogo, Lugo, Walberti, 1975, pagg. 218-219;
Giovanni Baldini, La chiesa di San Giacomo Maggiore in Lugo attraverso le carte dell’archivio parrocchiale. Secc. XVI-XXI, Imola, editrice Il Nuovo Diario Messaggero, 2015, pagg. 110-112;
Siti www.storiaememoriadibologna.it, www.artifigurative.info.