Carlo Landi: figlio di Pio, nato il 23 marzo 1924, svolgeva la professione di segantino (chi per mestiere segava a mano o a macchina i tronchi d’albero per ricavarne legna da ardere o per ridurli in tavole destinate a lavori di falegnameria). Aderì alla lotta armata partigiana contro l’occupazione tedesca spalleggiata dai fascisti sostenitori della repubblica di Salò, i “repubblichini” della Guardia Nazionale Repubblicana.
Landi, generoso e intrepido, nome di battaglia “Matto”, operava nel Fronte della Gioventù e il 25 ottobre 1944, probabilmente per una spiata, fu catturato assieme ad altri 7 giovanissimi compagni dai repubblichini che già stavano organizzando la fuga al nord. I suoi compagni vennero consegnati ai tedeschi che poi li trucidarono e gettarono i corpi nel fiume Senio in piena (“Eccidio del Senio”), mentre Carlo fu trattenuto, seviziato e torturato selvaggiamente dai fascisti durante la notte, poi all’alba trascinato sulla rampa della Rocca e finito a colpi d’arma da fuoco. Nel dopoguerra il suo sacrificio e quello dei compagni fu ricordato con un cippo sull’argine del Senio (Martiri del Senio), e con la presente lapide, la cui epigrafe fu dettata dall’esponente del partito repubblicano Giovanni Poggiolini.
(Antonio Curzi)
Bibliografia
“I Martiri del Senio”, Lugo, fascicolo a cura dell’ANPI, 1954, ristampato 25 aprile 1991
Giuseppe Cantagalli (“Lupo”), “Messaggio speciale: il nido dell’aquila – La Resistenza a Lugo di Romagna”, Lugo, Walberti Edizioni, 1985
Ivo Tampieri, “Stradario guida del comune di Lugo - Capoluogo”, Tipolitografia Cortesi, Lugo, 2000