Nell’Archivio Parrocchiale di San Lorenzo, c’è un documento manoscritto di sedici pagine, con la data infratesto del 24 settembre 1576. Possiamo supporre che si tratti di un documento a più mani, fra le quali non possiamo escludere quella di un parroco pro tempore (almeno nel mettere il titolo: «Oratorio Fantona, titolare S. Pellegrino “re di Scozia”»).
Guardando un po’ più attentamente, sembra che si tratti di alcuni testamenti. In particolare, ve n’è uno, olografo, contenente le ultime volontà in lingua materna di “Gioamaria Fantoni” da Lugo, considerato dal Bonoli capitano al servizio del duca Alfonso I d’Este e colui che, nel 1563, fece costruire l’oratorio della Fantona, dedicato a S. Pellegrino “re di Scozia”.
Il testamento ci aiuta a ricostruire parzialmente l’albero genealogico dei Fantoni. Il “Magnifico Cavalier Gioamaria”, infatti, è figlio di Cristoforo e fratello del “Magnifico Chiarissimo Dottor” Vincenzo. Dalla lettura, abbastanza agevole, emerge che i Fantoni (i quali avevano case anche a Lugo, nel borgo di “Coda Lunga”, ossia l’odierno Corso Matteotti) erano imparentati con le famiglie più in vista del tempo: Mancini – Fermini, Locatelli, Massari, Frassoni e con gli stessi Gregori, da cui proveniva la “Magnifica Madonna Bionda”, moglie “dilettissima e carissima” del testatore. Nel suo ultimo testamento il “cavalier Gioamaria” si mostra generoso un po’ con tutti: fratelli, sorelle, una nutrita schiera di nipoti, fra cui Laura (sposata con Vespasiano Mancini), cui lascia, fra l’altro, ben 3.500 scudi d’oro. E ancora con la moglie, gli altri parenti e la servitù, ai quali lascia soldi, case, poderi, preziosi e l’obbligo di mantenere un prete, il quale «celebri la Santa Messa ogni domenica, martedì e venerdì nel mio oratorio ovvero chiesuola presso il mio palazzo del Cernichiaro intitolato S.to Peregrino di che ne appare nella Bolla Pontificia […]» e qui purtroppo la pagina è strappata, impedendoci in tal modo di risalire con certezza all’origine dell’oratorio stesso. Nel quale si doveva far festa ogni anno il primo giorno di agosto.
Di questo oratorio rimane un quadro raffigurante S. Pellegrino, conservato oggi nella chiesa di Ascensione (parete sinistra, lato via Fiumazzo). È in buone condizioni, avendo subito un restauro conservativo ad opera della professoressa Donella Caradonna.
La fantasia popolare elabora una vita leggendaria di San Pellegrino, vissuto nel VI – VII secolo, figlio del re di Scozia Romano e di sua moglie Plantula. È possibile però che ci si possa riferire anche a S. Pellegrino d’Auxerre, un santo vescovo francese, al quale furono intitolati nel Medio Evo molti “ospitaletti”, sorti per carità cristiana lungo le grandi linee di comunicazione.
Sulla base della testimonianza di Paolina Gagliardi Sampietro (1899-1985), contenuta in Vita in villa. Le ville storiche del Lughese e della Bassa Romagna, è ipotizzabile che l’oratorio di San Pellegrino fu devastato e mai più ricostruito durante i disordini della Settimana Rossa (1914).
Nel 1945, Villa “la Fantona” era sede sia del PCI che del CLN locale, a capo dei quali era Giuseppe Cotignoli (“Pippo d’Tagion”), fabbro e corridore ciclista col naso alla Coppi. Oggi, invece, la vecchia casa padronale, che sorge sulla via Lunga nei pressi dell’incrocio con via Cantarana, è di proprietà dei Lucaccini di Lugo.
Giovanni Baldini
Fonti
Girolamo Bonoli, Storia di Lugo, Arnaldo Forni editore, ristampa 1981, pag. 347. Altre notizie su Giovanni Maria Fantoni, si trovano alle pagg. 584-585;
Giordano Marchiani, La bottega del barbiere, Bologna, Europrom edizioni, 1988, pag.18;
Paolo Scalini, La notte più buia è prima dell’alba; in Giordano Marchiani, La bottega del barbiere, op. cit., pagg. 21-22;
Giovanni Baldini - Diego Bracci - Giorgio Sangiorgi, Vita in villa. Le ville storiche del lughese e della Bassa Romagna, Bologna, Pendragon, 2008, pag. 79.