Lugo, Pieve di Santa Maria in Centumlicinio o di Fabriago

Lugo, Pieve di S.Maria in Centumlicinio o di Fabriago

La prima attestazione di questa pieve risale all'anno 957 d.C.

 

La prima attestazione di questa pieve (anno 957), ci attesta che essa sorgeva nella massa di “Centum Lisinia” (le massae erano delle aziende fondiarie compatte, composte da più fondi vicini); vennero citati due toponimi in quella occasione, il fondo “Pulliano” e la località “Mondanica” identificati il primo nei pressi della via Pollina e il secondo con la vicina località di Mondaniga. Il toponimo che da allora accompagnò la pieve, Centumlicinio / Centum Lisinia potrebbe derivare o dal termine "Licinia", matassa di lino lavorato, o da "Centum lacinium" lacerto di centuriazione, territorio indiviso e non assegnato a coloni.

La denominazione "in Centum Licinia" venne ancora utilizzata nel 1215, quando venne confermato il controllo del vescovo di Imola su questo pievato. Per certo dal 1271 comparve anche una seconda denominazione: "in plebatu Fabriagi". Il cambiamento è probabilmente da porre in relazione con la costruzione di un "castrum novum Fabriaci", nominato nella documentazione dal 1151 in poi. La chiesa viene ricostruita dopo il 1513-1517 e delle precedenti fasi edilizie sopravvisse solo il campanile circolare.

La chiesa fu oggetto di scavi nel 1935 da parte dell'arciprete Giovanni Ferruzzi, il quale individuò tre fasi edilizie principali; una di queste era rappresentata da un edificio con abside ottagono, pilastri “birostrati”, più largo dell'attuale di 3 m e più lungo di 4 m (25x13,5m). L’arciprete effettuò uno scavo anche presso il campanile circolare fino a una profondità di -1,4 m, individuando una nuova corona di monofore a 1,3 m di profondità. Nel 1944 scavò nuovamente, all'interno del campanile però, fino a mettere in luce a una profondità imprecisata una pianta quadrata, sottostante il campanile circolare. L'unico reperto rinvenuto ricordato è un laterizio di reimpiego con il bollo “FAESONIA”. A fine Ottocento a fianco della canonica, situata dietro il campanile, si scorge anche un piccolo edificio mononave, apparentemente in stile romanico con un oculo, che poi scompare già nelle foto successive al restauro degli anni ‘50 del XIX sec. Nel 1994 un pozzo presente presso la pieve è stato esplorato fino al livello dell'acqua: esso è costituito da conci di pietra arenaria circolari fino al pelo dell'acqua, al di sotto invece è composto da corone circolari sempre di pietra arenaria. Non sono stati rinvenuti elementi o reperti utili a datare le fasi d'uso della struttura. Le ricognizioni dell’Università di Bologna (2016) hanno confermato l’esistenza di fenomeni alluvionali che, tra Medioevo e Rinascimento, obliterarono in tutta l’area circostante i livelli di campagna altomedievali.

Il campanile circolare è quindi l'unica struttura che sopravvive tuttora in elevato dell'antica chiesa. Dotato di una serie di aperture, monofore, bifore e trifore, divise da colonne lisce o decorate con un motivo floreale e dotate di capitello a stampella in laterizio, questo monumento trova un confronto con il campanile cilindrico della cattedrale di Ravenna, completato per certo nel 1038. Il campanile di S. Maria fu ristrutturato in diverse occasioni nel corso del XX secolo. Nella struttura ampio è il reimpiego di materiali antichi: marmo rosso di Verona, proconnesio, bianco, travertino, pietra d'Istria e d’Aurisina e laterizi di età romana (manubriati, sesquipedali, esagonette, elementi di rocchi di colonna, embrici).

(a cura del team del progetto “Bassa Romandiola”, Università di Bologna)

 

Bibliografia
Martelli, M., Fabriago di Lugo di Romagna in tredici secoli di storia (VIII-XX), Imola 1971; Mazzotti, M., Le pievi ravennati, Ravenna 1975, pp. 31, 135-136; Tamburini, A., Cani, N., Archeologia e storia di una città e di un territorio, Lugo 1991, p. 199, n. 2.22; Pasquali, G., Dal “Magnum Forestum” di Liutprando ai pievati del duecento: l’enigma del territorio “Faventino acto Corneliense”, Bologna 1993, p. 11 e pp. 15-17; Gelichi, S., Archeologia del territorio lughese nel Medioevo: pievi e castelli, in Storia di Lugo, I, Forlì 1995, pp. 135-136; Fabbri, A., Il pievato medievale di S. Maria in Centumlicinio-Fabriago, in A. Fabbri, A. Pirazzini cit., pp. 55-117. Grillini, G., I materiali lapidei, le malte di allettamento e di stuccatura della torre campanaria della pieve di S. Maria in Fabriago: indagini scientifiche, in A. Fabbri, A. Pirazzini cit., pp. 165-190; Grillini, G., Santapuoli, N., Studio e caratterizzazione della torre campanaria della pieve di S. Maria in Fabriago: indagini macroscopiche e analisi di laboratorio, in A. Fabbri, A. Pirazzini cit., pp. 191-201; Novara, P., Storia strutturale della pieve di S. Maria in Centumlicinio, poi Fabriago, in A. Fabbri, A. Pirazzini, Il Complesso monumentale di Campanile. S. Maria in Fabriago di Lugo, Faenza 2005, pp. 119-163.