Quattro sono state le generazioni dei Ferretti della tipografia: Davide (1850-1909), il fondatore, suo figlio Edmondo (1883-1972), «primo in Italia ad applicare la stampa dei colori a tempera», colui che la lanciò rendendola una delle imprese più floride nel panorama culturale e commerciale bassoromagnolo, il di lui figlio Luigi (1916-1998), il continuatore, e Claudio (1947), primogenito di Luigi, l’ultimo erede di un’impresa che ha conosciuto oltre un secolo di vita.
Per quanto riguarda l'anno di fondazione, ci si rifà al 1872, se si considera la dipendenza di Davide Ferretti dalla tipografia Brugnoli che aveva sedi a Lugo e a Copparo o al 1883 se si guarda all’anno di fondazione della “Officina Ferretti”. Sta di fatto che il giovane Davide Ferretti, primo tipografo di famiglia, risulta operativo proprio in quel ruolo e dimorante, nel 1887, al numero 5 dell’attuale corso Mazzini. Ai primi del ’900, esattamente in data 7 giugno 1905, la “Premiata Tipografia Ferretti e C. - Lavori commerciali e di lusso” risulta allocata in piazza XX Settembre-Palazzi Nuovi, ossia nell’attuale piazza Baracca. Non è noto per quanto tempo sia rimasta in tale centralissima sede. È sicuro, invece, che dagli anni ’30 del secolo scorso fino al 2005-2006, anno di chiusura, la tipografia è sempre rimasta in via don Minzoni (Via XXVIII Ottobre, prima della guerra) al numero 73, corrispondente al numero 91/1 di oggi.
Nel 2009, sembrava pronto un allestimento museale a carico del Comune di Lugo con tutti i pezzi di questa storica tipografia. Un ulteriore progetto venne stilato nel febbraio 2013. Entrambi i tentativi, però, non sortirono alcun effetto. E così tutti i materiali della tipografia presero la strada per Lecce, presso il locale Museo della Stampa. Peccato. Sarebbe stato un tassello importante per il futuro Museo della Città.
Con Claudio Ferretti, nel 2016, in occasione del centenario della nascita del padre, Luigi (“Gigì”), tipo-litografo, disegnatore, incisore, pittore, verseggiatore in lingua e in vernacolo, consultammo a volo d’uccello parte della collezione archivistica. Riaffiorarono le litografie commerciali più importanti: il vecchio ippodromo, le corse motociclistiche del 1947 con bozzetto di Michele Ricci Maccarini, il necrologio della contessa Paolina Biancoli, madre dell'aviatore Baracca, in data 7 novembre 1949, e una miriade di proposte fino all’ultima, davvero sorprendente, riguardante il Rione Cento: il primo stendardo del rione fu disegnato e colorato da Luigi Ferretti. Fin qui niente di eccezionale. La cosa che ha dell'incredibile è che i colori rosso e nero non affondano in una lontana tradizione, ma furono proposti da Ermes Manfredi «perché lui era milanista!» - spiegò Claudio. E dire che da profani si pensava a ben altra origine, ma in fondo il palio della Caveja, fra i rioni di Lugo, è storia recente, 1968 o giù di lì.
E fra le carte d’archivio non c’era solo Lugo, ma la Romagna.
Su Massa Lombarda, ad esempio, c’era una pregevole litografia sulla «Città di Massa Lombarda 27-28-29 agosto [1938] anno XVI - V Sagra delle pesche». E a seguire la “marmellata Bonvicini” sempre di Massa Lombarda, senza indicazione dell’anno, ma databile grazie al contributo della signora Laura, mamma di Claudio: «Ricordo che mio marito diceva sempre che quando cominciarono a bombardare [nell’ultima guerra] stampavano le etichette della “marmellata Bonvicini”». Per finire alla carta intestata dei fratelli Ettore e Leo Dalle Vacche.
Giovanni Baldini
Fonti
Sante Medri (a cura di), Nell'Officina dei Ferretti. Storia di una famiglia di tipografi lughesi, Faenza, Edit, 2002;
Giovanni Baldini, Generazione di tipografi, una vita tra versi, colori e dolci suggestioni, “Giornale di Massa”, agosto 2016, p. 15.