Luzzatto Mario

Luzzatto Mario

Milano 1 giugno 1890 -  Baveno (Vb) 21 settembre 1943

 

Mario Luzzatto, figlio di Silvio Samuele Luzzatto e di Elisa Morpurgo, nato a Milano l'1 giugno 1890,
coniugato con Bice Ginesi, padre di Maria Grazia e Silvia Luzzatto, cognato di Olga Ginesi, ingegnere.
Arrestato a Baveno (Vb). Morto nell'eccidio del Lago Maggiore.
Morte presunta avvenuta il 21 settembre 1943 secondo la dichiarazione del Tribunale di Verbania del 15/07/1950.
Non è sopravvissuto alla Shoah.

(fonte CDEC / Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea)

Appena laureato, nel 1912 iniziò una brillante carriera professionale come dirigente della Pirelli a Milano: dopo 9 anni di attività presso la segreteria della Società, dal 1919 al 1935 fu Procuratore generale e Direttore vendite di pneumatici in Italia e all'estero. Nel 1935 fu nominato vice direttore generale e gli venne affidata l'organizzazione della "Pirelli-Rovere, Società italo-americana Filo Elastico", una nuova azienda specializzata in tessuti elastici fini, di cui fu consigliere delegato. Parallelamente si impegnò in ambito sindacale, ricoprendo per più di dieci anni, dal 1918 al 1929, il ruolo di segretario dell'Associazione italiana tra gli industriali della gomma, dei conduttori elettrici ed affini. Per anni fu membro della Giunta esecutiva del Salone dell'Automobile su invito dell'Associazione Nazionale Fascista Industriali dell'Automobile. Iscritto al PNF dal 29 dicembre 1932. Dopo l'emanazione delle leggi razziali, il 2 dicembre 1938 Mario Luzzatto presentò domanda di discriminazione, provvedimento che permetteva ad alcuni ebrei, a discrezione del Ministero dell'Interno, di essere esentati da un ristretto numero di norme persecutorie. In attesa dell'accoglimento della domanda, Luzzatto si trasferì con la famiglia a Londra come direttore della locale filiale della Pirelli; con l'entrata in guerra dell'Italia nel giugno del 1940, Luzzatto, dopo il suo arresto e la confisca dei suoi beni, riuscì a rimpatriare con moglie e figlie grazie all'intervento delle autorità italiane. Il 21 aprile 1941 venne accolta la sua domanda di discriminazione, sospesa durante la permanenza a Londra. Nel 1941 insieme al Comandante Jarach istituì un corso superiore di chimica di tipo universitario presso la scuola ebraica di via Eupili a Milano, richiamando professori ebrei allontanati dalla scuola pubblica in applicazione delle leggi razziali: il professor Ciro Ravenna da Ferrara per la cattedra di chimica, Augusto Levi da Venezia per l’insegnamento della fisica, da Torino Guido Ascoli, matematico di fama mondiale. Il Corso - che ebbe durata di sette mesi, da novembre a maggio – forniva l’opportunità di un proseguimento degli studi a un consistente numero di studenti ebrei che in due anni si erano diplomati alle superiori. All’inizio del 1942, costretto a lasciare il proprio posto in azienda a causa delle leggi razziali, fu incaricato dalla Pirelli di redigere la storia della ditta. Per la redazione della "Storia delle industrie Pirelli" (che Luzzatto, prima del suo assassinio, riuscirà a compilare solo per il periodo 1872-1920), compì un lavoro propedeutico di raccolta di documentazione – in originale, in trascrizioni dattiloscritte o in riproduzioni fotografiche – indispensabile per poter lavorare nella sua casa di Baveno, sul Lago Maggiore, dove nel frattempo era sfollato con la famiglia per sfuggire ai bombardamenti. Questo suo lavoro fu provvidenziale perché gran parte degli archivi furono distrutti dai bombardamenti che nell’agosto del 1943 incendiarono lo stabilimento Pirelli di Milano. Nel 1942 le sempre più frequenti incursioni aeree su Milano indussero Luzzatto a lasciare Milano per trasferirsi con la famiglia a Baveno, dove dal 1938 era proprietario della villa "Il Castagneto" in cui negli anni precedenti aveva trascorso spesso le proprie vacanze. Dopo l'arrivo delle SS a Baveno, alcuni amici di famiglia tentarono di convincere Mario Luzzatto a fuggire in Svizzera. Lunedì 13 settembre 1943 Mario Luzzatto venne arrestato nella sua villa e trasferito alla sede del Comando SS presso l’hotel La Ripa di Baveno. Fu assassinato, probabilmente il 21 settembre, con il resto della famiglia e altri ebrei rastrellati, forse sulla spiaggia presso villa Ruscello, appena fuori l’abitato di Baveno.

La collocazione puntuale dell'Olocausto del Lago all'interno del quadro complessivo della deportazione ebraica in Italia è stata realizzata da Liliana Picciotto nel suo "Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall'Italia (1943-1945)", CEDEC-Mursia, Milano, 1991.

Il nome di Mario Luzzatto e quello dei familiari compare sulla lapide della Rocca di Lugo.