Tra le tante chiese “scomparse” nel dopoguerra ci fu anche la chiesa del Rosario che si affacciava si Via Giovan Battista Bassi. Così ne ha scritto don Orfeo Giacomelli: “Fra le chiese già esistenti a Massa Lombarda merita un cenno particolare quella del Rosario di cui è ancora viva la memoria in tante persone e di cui restano la parete laterale sinistra e il campanile in piazza Marmirolo. La costruzione si può far risalire alla fine del XVI secolo o al principio del XVII quando divennero fiorenti ovunque le Confraternite del S. Rosario. Fu invece distrutta più per mano d’uomo che per eventi bellici nell’immediato dopoguerra”.
A confermare le parole dell’arciprete massese, quelle del direttore della Cooperativa Muratori, Walter Zini, a cui giunse dal Comune l’ordine di abbatterla: “Non funzionava più come chiesa, il Comune ci aveva fatto anche un magazzino, poi restringeva la strada, che doveva invece essere allargata. Pochi giorni di lavoro e poi non c’era più”.
Sulla parete della chiesa rimasta è tuttora presente la lapide in latino dedicata alla sorella Teodora, dettata dall’arciprete don Giacomo Ferraguti che nel 1698 fu condannato dalla Santa Inquisizione e ridotto in cattività per tre anni presso il convento di San Domenico in Bologna. Recentemente Alessio Panighi ha documentato che il prelato fu accusato da due donne e conseguentemente condannato per “sollecitatio ad turpia in confessionali”.
Mario Montanari
Fonti
Luigi Quadri, Vita massese attraverso i secoli, Massa Lombarda, Tipografia di Massa Lombarda, 1909;
Don Orfeo Giacomelli, Un passato che rimane presente. Tutte le chiese di Massa Lombarda, Imola, Tiposet, 1985;
Walter Zini, Le distruzioni della ricostruzione, intervista sul “Giornale di massa”, novembre 1999;
Alessio Panighi, Il Sant’Offizio contro don Giacomo Ferraguti, riduzione sul “Giornale di massa”, gennaio 2020.