Massa L., Parco delle Rimembranze

Massa L., Parco delle Rimembranze

 (1927 – 1967) - Viale della Resistenza, già Viale dell’Ospedale

Dedicato ai caduti del primo conflitto mondiale, il Parco delle Rimembranze, pur ancora incompleto, fu inaugurato il 5 settembre del 1927 in occasione dell’apertura della seconda Mostra Nazionale di Frutticoltura. Il progetto fu ultimato solo cinque anni più tardi con la messa a dimora di alberi e siepi. Posto a fianco dell’ospedale civile (allora Viale dell’Ospedale, oggi Viale della Resistenza), era costituito da un largo viale di cipressi ai cui piedi si succedevano su due file i cippi di 118 caduti massesi, ognuno dei quali era sormontato da una targa in metallo su cui erano incisi nome, grado e data del decesso. In fondo al viale era poggiata su un ampio basamento una copia in bronzo della “Lupa Capitolina”, dono del cav. Giuseppe Sangiorgi, celebre antiquario romano, filantropo e benefattore cittadino, a cui Massa Lombarda aveva dato i natali nel 1850.

Quarant’anni dopo la sua inaugurazione, ormai in disuso e malconcio, il Parco delle Rimembranze fu smantellato per consentire la costruzione di un parcheggio e della strada di ingresso al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino. Nel 1969 trovò una nuova collocazione in prossimità del cimitero, a fianco dell’ingresso al Santuario della Beata Vergine della Consolazione, ma notevolmente ridimensionato e completamente snaturato dell’idea e della fisionomia originarie. Realizzato su progetto della Scuola d’Arte e Mestieri di Massa Lombarda, il nuovo monumento non prevedeva né la riproposizione dei cippi ai caduti della Grande Guerra, né quella dei due gemelli (Romolo e Remo) ai piedi dalla Lupa. Tali “mutilazioni” all’opera originaria, sono ancora oggi poco chiare: c’è chi gli attribuisce ragioni politiche, chi storiche, chi ancora scelte prettamente stilistiche.

Se nella primitiva idea, il Parco delle Rimembranze era stato concepito per celebrare i martiri-eroi della Patria, nel culto della Grande Guerra, il nuovo monumento si ergeva invece a condanna di tutte le guerre come inutili espressioni di barbarie. Su un’imponente stele di cemento alta sei metri emergono, come in un campo di battaglia, uomini morti, croci e tracce di cingolati che tagliano la strada ad una successione di passi umani. Un’allegoria di grande effetto che induce a riflettere sulle immani tragedie che periodicamente segnano il cammino dell’uomo nella storia e lasciano cicatrici indelebili.

Alessio Panighi

 

Fonti
Decio Testi, Romolo e Remo, ritrovati, cercano casa, “Giornale di massa”, aprile 2021, pag.5;
Guido Neri, Romolo e Remo, l’ipotetico ritorno, “Giornale di massa”, maggio 2021, pag.6;
Mauro Remondini, Il paese della frutta – Massa Lombarda 1919-1945, Imola, Grafiche Galeati, 1999, pag.185.