Massa L., Torretta del Canale dei Mulini

Massa L., Torretta del Canale dei Mulini

 (1924 – seconda metà anni ’40)

Via Risorgimento, già Piazza Martiri Fascisti

Fino ai primi del Novecento il corso centrale di Massa Lombarda, l’allora via Tiglio, non riusciva a sfondare verso ovest perché si trovava di fronte due ostacoli insuperabili. La Rocca, il palazzo del governatore, già residenza cinquecentesca di Francesco D’Este, era stata tolta di mezzo nel 1910. Restava il Canale dei Mulini che, provenendo dall’imolese per raggiungere il mulino, sbarrava perfettamente l’agognato rettilineo che il Quadri indicava tra le Panchette (a est) e la Gambellara (a ovest). Oggi diremmo tra la rotatoria della Santa Lucia e il Ponte Massa. Quest’intervento risolutivo dell’antica questione fu messo a punto dalla giunta socialista del sindaco Giovanni Manaresi e realizzato dalla giunta fascista guidata dal podestà Gustavo De Luca nel 1924. Annota Luigi Quadri nei suoi diari: “2 giugno 1924. Ponte sul canale, si incominciano i primi lavori per la diversione del Canale dei Mulini”. Un mese e mezzo dopo aggiunge: “Doccione provvisorio per ricevere le acque provenienti da Bubano. È cominciata la demolizione del ponte sul Canale dei Mulini (sarà conclusa nel gennaio del 1925) e così cesserà la macinazione ad acqua e si effettua così il rettilineo della strada provinciale”. Infine: “25 luglio 1924, il rettilineo della via Tiglio è un fatto compiuto”. Il doccione provvisorio fu poi disfatto e l’acqua fu immessa per la prima volta nel nuovo tratto di canale tra il 17 e il 18 ottobre del 1924. Questo intervento modificò l’assetto del settore occidentale del centro abitato non più solcato da un canale pensile, con le sue sponde in muratura, il suo lavatoio fatto di gradoni di cemento, i suoi ponticelli. Ne risultò indubbiamente razionalizzata la viabilità, ne fu sicuramente danneggiato l’aspetto paesaggistico.

Nel punto di diversione del canale nell’odierna Via Risorgimento, alle spalle delle scuole elementari, fu anche eretta una bella torretta merlata che andava a racchiudere i meccanismi della chiusa che in quel punto di svolta regolava l’afflusso delle acque. Nel progetto preliminare non era prevista, ma fu poi inserita. Più per ragioni politiche che architettoniche, come documenta Mauro Remondini ne Il paese della frutta, riferendo di un agitato consiglio comunale del dicembre 1923. Per protestare contro la sentenza della Corte d’Appello di Bologna contro sette fascisti riconosciuti colpevoli di un omicidio, il podestà De Luca e tutti i consiglieri comunali rassegnarono le dimissioni: De Luca prima di dimettersi – riporta Remondini – aveva fatto però in tempo a far approvare dal consiglio comunale uno stanziamento di 5.000 lire per la “erezione della lapide che Massa Lombarda memore e grata vuole erigere ai suoi figli martiri eroici: Gino Martelli e Medardo Gianstefani”. A loro due si aggiungerà nell’ottobre del 1924 Aristide Marabini, segretario del sindacato facchini, che venne accoltellato da un birocciaio, peraltro iscritto al Partito Fascista, dopo un banale diverbio nel quale persero la vita entrambi.

Fu così innalzata una Torretta dalle sembianze medievali, eretta a fine 1924 con una spesa sostenuta dal Comune lievitata fino a 30.000 lire, sulla quale furono poi poste le lapidi dei tre martiri fascisti. Quel luogo diventerà la meta ricorrente delle celebrazioni del regime, nelle cartoline dell’epoca le didascalie parleranno di “Torre dei Martiri Fascisti” e il luogo sarà definito “Piazza dei Martiri Fascisti”.

Quanto basta, dopo la liberazione, per deciderne l’abbattimento. Alla torre fu dato fuoco, sostituendo alla sua base alcuni mattoni con dei travi di legno imbevuti di benzina. Al crollo assistette una certa folla, furono anche scattate foto. Per alcuni sarebbe forse bastato togliere le lapidi e lasciare la torretta, ma non furono ascoltati.

Mario Montanari

 

Fonti
Luigi Quadri, Manoscritti, 1924;
Mauro Remondini, Il paese della frutta, Massa Lombarda 1919-1945, cronache tra democrazia e fascismo, dal paese che inventò la frutticoltura industriale e conquistò l’Europa, Imola, Grafiche Galeati, 1999;
Mario Montanari, Sprazzi di Novecento, “Giornale di massa”, gennaio 2011.