Una parte dei prigionieri di guerra veniva utilizzata nel campo per eseguire soprattutto lavori di costruzione o di spianamento. L'orario di lavoro sarebbe dovuto corrispondere a quello dei lavoratori civili. A causa dell'alimentazione ridotta la loro produttività veniva però considerata molto scarsa. A tal proposito una commissione ministeriale imperiale in visita nell'aprile del 1918 a Milovice nota come più prigionieri italiani svolgevano lavori che in condizioni normali avrebbero svolto molte meno persone. In panetteria, ad esempio, erano impiegati 50 prigionieri italiani che giornalmente preparavano 4000 pezzi di pane. Il loro guardiano era un fornaio di professione che alla domanda del presidente della commissione di controllo di quanti uomini gli sarebbero bastati in condizioni normali afferma: " in tutto 4".