Orsini Aristide

Aristide Orsini

Orbetello (Gr) 18 febbraio 1899 – Savarna 26 agosto 1944 (impiccato col figlio Luciano e il nipote Nello)

Professione: commerciante

Stato civile: coniugato – padre di Luciano e zio di Nello

Appartenenza politica: repubblicano (mazziniano)

 

Nato ad Orbetello (Grosseto) il 18 febbraio 1899 e residente a Lugo (Ra). Militante del partito repubblicano (mazziniano) e attivo antifascista, venne sorvegliato dalle autorità del regime fin dal 1924. Dopo l’8 settembre 1943 entra a far parte del C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) della Romagna, occupandosi principalmente dei rifornimenti alle formazioni e della stampa clandestina.

Il 22 agosto 1944, nel corso di una massiccia operazione della Brigata Nera di Ravenna, estesa a tutta la provincia, in rappresaglia all’uccisione del brigatista Leonida Bedeschi, avvenuta il 18 agosto, ad opera del partigiano Umberto Ricci (Napoleone), venne catturato insieme al figlio Luciano (22) e al nipote Nello (30) a Villa San Martino e portato nella Casa del Fascio di Lugo. Nei sei giorni successivi all’attentato furono arrestate quasi quattrocento persone. Nonostante l’esecuzione di undici uomini e una donna, molti ostaggi furono trattenuti e tra questi anche gli Orsini.

Quando il 26 agosto un gruppo di partigiani del distaccamento "Terzo Lori" tese un agguato ad un’autocolonna tedesca, lungo la Statale 16 fra Mezzano e Ravenna, lontano da case abitate, provocando la morte di un soldato germanico, la reazione nazista fu immediata. I tedeschi chiesero a Giacomo Andreani, capo della Brigata Nera di Ravenna, alcuni ostaggi da fucilare. Andreani consegnò indici uomini tra cui gli Orsini.

La loro cattura, pur se in conseguenza dell’uccisione di Bedeschi, era stata decretata dal fascio di Lugo per ragioni non solo politiche. Infatti tra i brigatisti che il 22 agosto avevano compiuto il rastrellamento a Villa San Martino vi erano anche Gian Luigi Callegari e Luigi Sangiorgi i quali, insieme a Antonio Ronchi, si erano offerti volontari per catturare gli Orsini. I primi due covavano vecchi rancori e più di una persona li aveva sentiti in precedenza minacciare Aristide. Quando Renza Gallignani si offrì come ostaggio al posto di Luciano, Ronchi (capo squadra della Brigata Nera di Lugo) rifiutò rassicurandola che i tre uomini sarebbero stati rilasciati subito dopo l’interrogatorio.

Nello, Aristide e Luciano vennero così tradotti nelle carceri di Ravenna, dove li consegnarono ai tedeschi. Sei furono fucilati a Camerlona, verso le sette del mattino. Vicino ai corpi, inchiodato ad un albero, un cartello che con grafia gotica riportava la scritta «Qui furono uccisi sei partigiani per aver ucciso un camerata tedesco». L’esecuzione fu compiuta da soldati tedeschi alla presenza di alcuni brigatisti in uniforme nazista. Gli altri cinque designati (Ivo Calderoni, Giuseppe Fiammenghi, Aristide, Nello e Luciano Orsini) furono invece impiccati a Savarna, frazione di Ravenna, vicino al luogo dove era stato ferito un soldato tedesco. Furono lasciati appesi per diversi giorni lungo quello che era l'argine di una canalizzazione artificiale (creata dai tedeschi per rallentare l'avanzata degli Alleati e dei Partigiani), allo scopo di terrorizzare la popolazione di Savarna.

In carcere, le vittime erano state avvisate della loro sorte e ciò spinse gli Orsini a scrivere gli ultimi pensieri ai propri cari.

 

L’ultimo messaggio di Aristide ai suoi cari, scritto sul medesimo biglietto ove lasciarono gli ultimi messaggi anche il figlio Luciano e il nipote Nello.

Addio cari tutti, mamma
Emma, Fulvia, Renza e tutti
miei cari
Baci Aristide

 

(Fonti: www.straginazifasciste.it, www.ultimelettere.it)

 

Bibliografia
A.N.P.I. di Ravenna (a cura di) Salvaste l’Italia non morirete mai 1943-1945. Albo d’oro, Ravenna, s.d.
Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 223-224 (la descrizione archivistica del Fondo Malvezzi è pubblicata in Il mondo di Piero. Un ritratto a più voci di Piero Malvezzi, a cura di Gabriella Solaro, Milano, Franco Angeli, 2008)