Orsini Luciano

Luciano Orsini

Lugo 4 luglio 1922 – Savarna 26 agosto 1944 (impiccato col padre Aristide e il cugino Luciano)

Titolo di studio: studente universitario, laureando alla Facoltà di Medicina
Professione: impiegato
Stato civile: celibe, figlio di Aristide Orsini
Appartenenza politica: repubblicano (mazziniano)
Università degli Studi di Bologna - Laurea Onoris Causa

Orsini Luciano - Fascicolo: 12540 - Data di Laurea: 07/12/1946
Facoltà: Medicina e Chirurgia - Laurea conferita: Medicina e Chirurgia
Lugo (RA), 4/7/1922 - Savarna (RA), 26/8/1944. Partigiano
Iscritto al V anno di corso. (Studenti caduti nella Seconda Guerra Mondiale)

 

Nato il 4 luglio 1922 a Lugo (Ra) ed ivi residente. Dopo l’8 settembre 1943 entra a far parte del movimento di liberazione, diventando membro del Comitato organizzativo dei giovani repubblicani.

Il 22 agosto 1944, nel corso di una massiccia operazione della Brigata Nera di Ravenna, estesa a tutta la provincia, in rappresaglia all’uccisione del brigatista Leonida Bedeschi, avvenuta il 18 agosto, ad opera del partigiano Umberto Ricci (Napoleone), venne catturato insieme al padre Aristide (45) e al cugino Nello (30) a Villa San Martino e portato nella Casa del Fascio di Lugo. Nei sei giorni successivi all’attentato furono arrestate quasi quattrocento persone. Nonostante l’esecuzione di undici uomini e una donna, molti ostaggi furono trattenuti e tra questi anche gli Orsini.

Quando il 26 agosto un gruppo di partigiani del distaccamento "Terzo Lori" tese un agguato ad un’autocolonna tedesca, lungo la Statale 16 fra Mezzano e Ravenna, lontano da case abitate, provocando la morte di un soldato germanico, la reazione nazista fu immediata. I tedeschi chiesero a Giacomo Andreani, capo della Brigata Nera di Ravenna, alcuni ostaggi da fucilare. Andreani consegnò indici uomini tra cui gli Orsini.

La loro cattura, pur se in conseguenza dell’uccisione di Bedeschi, era stata decretata dal fascio di Lugo per ragioni non solo politiche. Infatti tra i brigatisti che il 22 agosto avevano compiuto il rastrellamento a Villa San Martino vi erano anche Gian Luigi Callegari e Luigi Sangiorgi i quali, insieme a Antonio Ronchi, si erano offerti volontari per catturare gli Orsini. I primi due covavano vecchi rancori e più di una persona li aveva sentiti in precedenza minacciare Aristide. Quando Renza Gallignani si offrì come ostaggio al posto di Luciano, Ronchi (capo squadra della Brigata Nera di Lugo) rifiutò rassicurandola che i tre uomini sarebbero stati rilasciati subito dopo l’interrogatorio.

Nello, Aristide e Luciano vennero così tradotti nelle carceri di Ravenna, dove li consegnarono ai tedeschi. Sei furono fucilati a Camerlona, verso le sette del mattino. Vicino ai corpi, inchiodato ad un albero, un cartello che con grafia gotica riportava la scritta «Qui furono uccisi sei partigiani per aver ucciso un camerata tedesco». L’esecuzione fu compiuta da soldati tedeschi alla presenza di alcuni brigatisti in uniforme nazista. Gli altri cinque designati (Ivo Calderoni, Giuseppe Fiammenghi, Aristide, Nello e Luciano Orsini) furono invece impiccati a Savarna, frazione di Ravenna, vicino al luogo dove era stato ferito un soldato tedesco. Furono lasciati appesi per diversi giorni lungo quello che era l'argine di una canalizzazione artificiale (creata dai tedeschi per rallentare l'avanzata degli Alleati e dei Partigiani), allo scopo di terrorizzare la popolazione di Savarna.

In carcere, le vittime erano state avvisate della loro sorte e ciò spinse gli Orsini a scrivere gli ultimi pensieri ai propri cari.

È sepolto nel cimitero monumentale di Lugo.

 

Lettera di Luciano Orsini alla fidanzata scritta sul medesimo biglietto ove lasciarono gli ultimi messaggi anche il padre Aristide ed il cugino Nello.

Addio Renza, addio. Ti ho chiesto un giorno la promessa che tu non ti cristal=
lizzerai in un ricordo se fosse successo quello che sta ora per succedere. Ri=
cordati solo di me per i tuoi figlioli. Addio.
Addio, Mamma, addio a tutti
Luciano

 

(Fonti: www.straginazifasciste.it, www.ultimelettere.it)

 

Bibliografia
A.N.P.I. di Ravenna (a cura di) Salvaste l’Italia non morirete mai 1943-1945. Albo d’oro, Ravenna, s.d.
Piero Malvezzi - Giovanni Pirelli (a cura di) Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, Einaudi, 2003, pp. 223-224 (la descrizione archivistica del Fondo Malvezzi è pubblicata in Il mondo di Piero. Un ritratto a più voci di Piero Malvezzi, a cura di Gabriella Solaro, Milano, Franco Angeli, 2008)