S.Agata, Tele romagnole Marzetti

S.Agata, Tele romagnole Marzetti-Squarzina

 (anni’20 del ’900 – 2011) - Via Provinciale Bastia 76

L’attività artigianale delle sorelle Marzetti di Sant’Agata sul Santerno è iniziata negli anni ’20 del ’900 ed è finita il 31 dicembre 2011 con Maria Rosa Squarzina. Quasi un secolo che ha visto all’opera prima le sorelle Valeria (1893-1985), Emilia (1899-1995) e Iolanda (1908-2004), “al Ficióni” di soprannome, e poi Maria Rosa, figlia di Iolanda col marchio “Le tele di Maria Rosa”.

A dire il vero, inizialmente le sorelle Marzetti cominciarono con le “sporte” di paglia da portare ai mercati, ma, alla fine del 1928, abbandonata questa attività, compare, registrata ufficialmente negli Atti del Comune, a loro nome, una nuova merceria per la vendita di preziose tele, per la maggior parte, di produzione propria. Infatti, la prima delle tre sorelle, Valeria, era una provetta tessitrice, dotata di un talento particolare che continuò a creare i suoi piccoli capolavori al telaio, a forza di braccia e di gambe, fino agli anni ’50. Le due sorelle minori, che pure conoscevano l’arte della tessitura, svolgevano diverse mansioni «come quella di organizzarsi per i mercati e dedicarsi alla numerosa clientela, composta soprattutto da ragazze che desideravano formarsi il corredo da sposa». Però, disponevano di tutto l’occorrente per chi avesse voluto tessersi la tela in casa propria ed erano prodighe di consigli e di aiuto. A quel tempo, nelle famiglie contadine, le donne si alternavano al telaio, ma la difficoltà principale consisteva nell’orditura dei fili di cotone e di canapa e le sorelle Marzetti, in questo erano maestre. Così “al Ficióni” erano stimate e conosciute, non solo in paese, ma in tutta la Romagna ed oltre e svolsero la loro attività con passione fino agli anni ’80 del ’900.

Valeria ed Emilia avevano dedicato tutta la loro vita al lavoro; soltanto Iolanda si era sposata e, dall’unione con l’impiegato lughese Elio Squarzina, era nata Maria Rosa. La bambina, cresciuta fra le tele, aveva poi frequentato l’Istituto Magistrale e, per molti anni aveva esercitato la professione di maestra elementare ma non le aveva mai dimenticate: dotata di uno spiccato senso dell’arte e del bello, quando nel 1994, aveva lasciato la scuola per dedicarsi alla famiglia pensava già di raccogliere il testimone di mamma e zie e continuare la tradizione. Così, nel 1997, riprese l’attività come ambulante, poi l’8 dicembre 1998, in Corso Garibaldi, a Lugo, inaugurò un nuovo negozio destinato ad avere una clientela numerosa e qualificata: “Le tele di Maria Rosa”, tele tessute, ormai con tecniche moderne, ma dipinte a mano, con le tradizionali stampe romagnole per il corredo e per la casa. Ogni mercoledì, Maria Rosa partecipava al mercato di Lugo, continuando ad esporre la sua variegata mercanzia per la casa, tovaglie, tovaglioli, asciugamani, lenzuola; ella amava quel lavoro perché le dava tante soddisfazioni.

In fatto di clienti illustri, poi, non la batteva nessuno: una foto del 10 maggio 2010 la ritrae al mercato del mercoledì nientemeno che con le principesse Paola ed Astrid del Belgio, ospiti del Comune di Lugo, per visitare in anteprima la mostra dedicata a Folco Ruffo di Calabria, padre di Paola, asso dell’aviazione e legato da particolare amicizia a Francesco Baracca. Le nobildonne erano particolarmente interessate alle tele dipinte a ruggine. «Più che dal lino, rimasero colpite dai tessuti pesanti, sui quali vengono fatte le stampe romagnole: siccome non ne avevo nella bancarella - ha confidato Maria Rosa a Giovanni Baldini nel fascicolo “Chiesolina 2012” - mezz’ora dopo vennero nel mio negozio in corso Garibaldi. Naturalmente, l’Amministrazione comunale lughese non mancò di offrire alle illustri ospiti, in omaggio, una bella tovaglia romagnola con il garofano di Faenza».

Armanda Capucci

 

Fonti
Giovanni Baldini – Michela Panzavolta, Chiesolina 2012, (13 giugno 2012, albo di pagg. 16, stampato in proprio);
Armanda Capucci, Le tele di Maria Rosa, su pavaglionelugo.net del 30.07.2012.