Spedali minori, Lugo

Lugo, Spedali minori

Altri istituiti minori operanti nel territorio lughese.

 

 

Le fonti storiche conservano il ricordo di altri istituiti minori operanti nel territorio lughese, di cui tuttavia si possiedono poche notizie. È il caso dell’Ospitale Celletta posizionato all’angolo fra via dell’Arginello e via del Pero e dello Spedale della Pioppa. Quest’ultimo, noto nelle fonti come Ostello dell’Ascensione, si trovava in prossimità della strata nova[1], attuale via Fiumazzo, che collegava Lugo, il Santerno e Cà di Lugo, in località La Pioppa, una delle trantadue Manse, da cui prende il nome. Lo spedale, attivo a partire dal 1248, era un fabbricato in canne e muratura, amministrato da monaci eremiti e votato ad accogliere pellegrini, viandanti e infermi. In cambio di poco denaro i monaci offrivano un giaciglio di paglia e la possibilità di rifocillarsi con una ciotola di rape, fave e fagioli. Lo spedale era annesso ad un piccolo oratorio dedicato a Sant’Antonio Abate e disponeva di un capanno, dove i romiti curavano gli ammalati.

Lo spedale fu distrutto da un incendio. A sud delle sue rovine nel 1534, per iniziativa della famiglia Rondinelli, fu costruita una chiesa con campanile, detta dell’Ascensione, accanto alla quale furono realizzate due stanze, destinate alla cura dei poveri infermi del luogo. Nel 1473 Fra B. Zalli di Lugo eresse nel territorio di San Bernardino in Selva, accanto all’oratorio, un ospizio per accogliere i pellegrini di passaggio e offrire un ricovero ai malati più poveri e bisognosi di cure della zona. La sua attività cessò intorno al 1500.

Nel territorio di Zagonara, vicino al castello e poco distante dal loro palazzo, i Ricci fondarono, nel 1400, un ospedale dedicato a Sant’Antonio Abate. L’istituto accoglieva e manteneva malati e feriti, residenti e forestieri in cerca di asilo, esclusi i cronici e i venerei, le vedove e gli orfani dei Ricci. Fu distrutto nel 1424 e ricostruito nel 1448 da Francescano, Lorenzo e Tonio Ricci, per poi essere demolito a causa del suo stato decadente nel 1700.

In località Guercinoro, poi chiamata Canal Ripato e La Villa, nel VI secolo era già esistente una pieve detta di San Martino in Sabluso, accanto alla quale sorse un piccolo convento fortificato, abitato da una decina di monaci. La pieve possedeva una scuola per i novizi monaci e un ospizio cinto da mura, che fungeva da ospedale per i malati e i bisognosi di cure, da ostello per i pellegrini, da rifugio in caso di calamità per gli abitanti del luogo. Dentro le mura di cinta dell’ospedale si trovava l’Ospedaletto di San Martino Papa, retto da un prete, che praticava l’arte della medicina con l’ausilio di tre chierici. Fu fondato da Carlo Carloni per offrire un rifugio agli ammalati e ai bisognosi di cure, residenti e pellegrini, cronici inclusi. Disponeva di vaste e confortevoli stanze con camino ed elargiva elemosine ai poveri appartenenti alla parrocchia dietro presentazione di un biglietto ritirato dal parroco.

[1] Strada rettilinea che tagliava diagonalmente la centuriazione.

 

(Fonte: Sonia Muzzarelli, Gli Spedali e le Confraternite nel Territorio Lughese, Centro Stampa dell’Azienda USL della Romagna, Ravenna, 2014)

Bibliografia: vedi scheda specifica