Egidio Totti (Febo), figlio di Raffaele e di Carolina Foleschi, nato il 15 luglio 1914 a Conselice, residente a Massa Lombarda, in località Villa Serraglio. Scolarità licenza elementare, professione colono. Svolse il servizio militare in artiglieria, come caporal maggiore, poi da partigiano fece parte della 28a Brigata Garibaldi “Mario Gordini”. Riconosciuto partigiano dal 16 febbraio al 10 settembre 1944.
La sera del 10 settembre 1944 Giovanni Quarantini, Cesare Gaiba, Pio Farina ed Egidio Totti si trovavano nel nascondiglio della tipografia clandestina n.2, situata in località “Basse” a Villa Serraglio, nei pressi di Massa Lombarda, occupati a preparare la stampa del materiale di propaganda. Contemporaneamente, in un frutteto vicino, era riunito da poco più di un’ora il comando del gruppo partigiano “Umberto Ricci”, per definire gli ultimi accordi organizzativi in vista dell’attacco alla caserma locale della G.N.R. previsto per quella notte stessa, quando sopraggiunse un battaglione di tedeschi al completo, che accerchiò l’intera zona per compiere un rastrellamento. La Kommandantur intendeva infatti mettere in atto un’azione punitiva perché in quel pomeriggio nel medesimo luogo un ufficiale della Wehrmacht era stato disarmato.
I gappisti, vistisi circondati, cercarono di defilarsi alla spicciolata, senza rispondere apertamente al fuoco, ma il tentativo di rompere comunque l’accerchiamento, seppur in un punto marginale, portò allo scontro, durante il quale uno di loro (“Giorgio”, il russo Dimitri Ilic Pristanskov) fu subito colpito a morte da una fucilata, poi vennero feriti uno dopo l’altro quasi tutti i restanti: da una raffica di mitra al petto “Picett” (Dario Negrini), trascinato e nascosto dai compagni in un campo di granoturco, “Snap” (Ivo Ricci Maccarini, il commissario dei gapisti) da una pallottola alla coscia, quindi “Elic” (Silvio Pasi). Comunque tutti loro, compresi “Lampo” (Hidalgo Tampieri), Giannetto Bassi e Rocca, cioè l’intero stato maggiore del distaccamento partigiano “Umberto Ricci”, riuscirono a trascinarsi in salvo, facendo perdere le loro tracce, salvo il russo Ivan Grigorievic Diegnisov, che fu fatto prigioniero.
I quattro stampatori clandestini, invece, uscirono dal loro rifugio forse per intervenire in aiuto dei compagni, sicuramente per distogliere l’attenzione dei tedeschi dalla tipografia e salvare l’istallazione con tutto il materiale. Furono detenuti prima nel carcere mandamentale della Rocca di Imola (BO), poi trasferiti a San Giovanni in Monte, a Bologna, il 23 settembre 1944. Egidio Totti riceve la matricola 11933, e come gli altri è posto a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero della Gestapo.
Vi resterà fino al 30 settembre, data in cui risulta rilasciato e consegnato ad agenti del «comando tedesco SS» insieme agli altri 3 conselicesi e ad altri sette detenuti: Giuseppe Pistocchi e Salvatore Bagattoni, Mario Suprani, Alfredo Ruggeri, Gualtiero Santi, Bruno e Remo Mazzoni, Ernesto Belletti. Saranno condotti al Poligono di tiro di Bologna e fucilati in una esecuzione decisa dal comando di polizia tedesco come rappresaglia per l'attacco gappista avvenuta il giorno precedente al centralissimo Hotel Baglioni, frequentato da ufficiali tedeschi e italiani.
Il 3 ottobre 1944 nella cronaca di Bologna de Il Resto del Carlino compare un comunicato, senza alcun nome delle vittime.
“Banditi fucilati per un atto terroristico. Il Comandante della Polizia di Sicurezza e del SD in Italia, Comando Esterno di Bologna, rende noto: Nella notte del 30 settembre quarantaquattro terroristi hanno effettuato un vile attacco contro un albergo di Bologna uccidendo un soldato tedesco, due agenti della Polizia ausiliaria e una donna italiana e ferendo tedeschi e italiani. Come contromisura sono stati fucilati dodici individui, rei e confessi di aver appartenuto a bande sovversive e terroristiche. Anche in avvenire, qualora si verificassero tali proditori attacchi, saranno prese le stesse misure espiative”.
(Fonte: www.luxemburg.bo.it/staffettememoria/la-nona-fucilazione)
Bibliografia
Sei pedalate per un volantino. La stampa clandestina in Romagna-1943/1945, Ed. ANPI “F.Zini” 2006
Rizieri Fuzzi – Olindo Davalle (a cura di), I percorsi della memoria, ANPI Conselice e Lavezzola, 2015