Uva Longanesi

Uva Longanesi

Nata da una felice intuizione di Antonio Longanesi, soprannominato “Bursôn”. 

 

La storia dell’Uva Longanesi nasce da una felice intuizione di Antonio Longanesi, soprannominato “Bursôn”. Classe 1921, nasce a Boncellino, nel comune di Bagnacavallo, ed è il primo di tre figli di una famiglia contadina; da sempre il suo lavoro è stato quello dei campi, nel podere a Boncellino (acquistato nel 1913 dal nonno Antonio). È Antonio che, amante della caccia, era solito trascorrere le giornate invernali in un capanno da caccia situato nei pressi di un roccolo, una quercia. Su questa quercia si arrampicava una vite selvatica. Una vite sconosciuta che lo incuriosisce per la dolcezza dell’uva e la capacità di rimanere sana fino a tardo autunno, un aiuto prezioso per un cacciatore. Con grande stupore scoprì anche che l`uva era in grado di dare un vino di ben 14 gradi alcolici.

A metà degli anni `50 la famiglia Longanesi passò alla viticoltura moderna moltiplicando questa vite selvatica e garantendone la sopravvivenza. Nel 1956, infatti, viene piantato il primo vigneto di Uva Longanesi. Da quel momento Antonio iniziò a far assaggiare il proprio vino tra i conoscenti e gli amici del bar e fin da subito diffuse questa vite, allora chiamata Negretto, fra i suoi compaesani.  Tra questi, il giovane enologo Sergio Ragazzini, insegnante nonché responsabile della cantina didattica presso l’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente di Faenza, sul colle di Persolino, il quale, anche grazie al suo lavoro, può studiare e sperimentare i vari vitigni che “incontra sulla sua strada” e dal 1980 comincia ad utilizzare quest’uva dalla grande personalità nella produzione dei “suoi” vini.

La nascita del vino “Bursôn” così com’ è conosciuto oggi è però datata 1996, quando Sergio Ragazzini e l’amico Roberto Ercolani (viticoltore), entrambi di Bagnacavallo, decidono di creare un “grande vino rosso di pianura”. Sergio, ormai consapevole delle grandi potenzialità di quest’uva locale propone di rivolgersi ad Antonio Longanesi e, in suo onore, decidono di chiamare questo nuovo vino: “Bursôn”. Il primo anno, quasi per scommessa producono 780 bottiglie che vengono vendute in un banchetto in piazza durante la locale Sagra di San Michele. Da qui il passo è breve, prove, analisi e il grande desiderio di far riconoscere quest’uva come unica.  

Nel 2000 dopo moltissimi sforzi, e grazie agli studi del CRPV di Tebano, e delle analisi del DNA, svolte presso l`Istituto di San Michele all`Adige, l`uva salvata da Antonio Longanesi viene iscritta al Registro delle Varietà con il nome di Uva Longanesi. Il nome del vino, “Bursôn”, è stato depositato e registrato quindi concesso in uso gratuito dalla Famiglia Longanesi al Consorzio “Il Bagnacavallo” a tutela della sua tipicità. Questa vite ed il suo vino sono così legate in modo indissolubile al territorio di Bagnacavallo e alla pianura romagnola limitrofa.

Il 15 ottobre 2013 è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica ad Antonio Longanesi, per il contributo dato allo sviluppo della viticoltura e alla valorizzazione dell’enologia italiana.

 

(Fonte: consorzioilbagnacavallo.it)