Bellosi Giuseppe, Requiem

Giuseppe Bellosi, Requiem

La Mandragola, Imola, 2014 - con xilografie di Umberto Giovannini

Il volume riunisce tre poemetti in dialetto romagnolo – E’ paradis (Il paradiso), Bur (Buio), Requiem – pubblicati tra il 1992 e il 2013. La poesia di Giuseppe Bellosi, che nasce ai margini d’una civiltà contadina nel punto di disfacimento, ha il carattere di sommesso diario e confessione, di pietoso disegno delle cose care, delle esperienze dolorose, degli incontri, delle persone conosciute e perdute. Il nucleo lirico è costituito dalla riflessione sulla labilità della vita, in un mondo in cui le esistenze sono scandite da ore e stagioni monotone e le vicende storiche e familiari si intrecciano e si susseguono inutilmente come in un breve giorno tra due notti eterne. Unica difesa è il ricordo, che ricongiunge passato e presente, morti e vivi, prima che tutto svanisca nel nulla. «I lettori che seguono la produzione poetica di Giuseppe Bellosi scopriranno che con Requiem (2013) giunge a compimento, a partire dal poemetto E’ paradis (1992) e attraverso Bur (2000), la parabola beckettiana della dissoluzione totale dei personaggi, ormai anonimi, ridotti a voci che non si sa più a chi appartengano, superstiti della vita o trapassati. Difficilmente si potrebbe dire se i luoghi descritti siano frammenti di realtà o brandelli di sogni o rottami della memoria. Il mondo non è più visto a distanza, da quella “balconata” ideale che era il “paradiso”, ma ci si sprofonda dentro, senza orizzonti, con la sensazione perturbante di essersi smarriti e insieme di riconoscere qualcosa di familiare che s’t’ai apens u n’t’ven gnânch piò int la ment, che, non appena
tenti di metterlo a fuoco, svanisce»

(Loris Rambelli)

  

La voce del poeta Giuseppe Bellosi, che legge i propri versi nel dialettodi Maiano, e poi la traduzione in lingua messa a punto da Loris Rambelli.

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