Rosa – Rose

Rosa - Rose

Per la loro bellezza e per il loro profumo sono divenute il simbolo della Madre di Dio. 

Plinio il Vecchio, come già Omero, ricorda il famoso fiore di Mileto, vantandone il profumo. Nella cultura cristiana la rosa è associata ai martiri e alla Vergine. Secondo i padri della chiesa in origine la rosa del paradiso terrestre non aveva spine, ma queste sarebbero comparse sulla pianta per ricordare all’uomo la sua caduta e i suoi peccati. La Vergine, non essendo colpita dal peccato originale, è spesso chiamata “la rosa senza spine”. Conosciute e coltivate per la loro bellezza e per il loro profumo, le rose sono divenute il simbolo della Madre di dio. Questo fiore, quando non è direttamente associato a rappresentazioni mariane, sembra essere presente nell’arte funeraria ottocentesca senza un significato particolare

(Gian Marco Vidor, Dizionario dei simboli funerari, in www.storiaememoriadibologna.it)

 

Da sempre considerata simbolo di eleganza, di bellezza e di fragilità, è coltivata dalla notte dei tempi (si dice sia stato Sargon I a promuoverne la coltivazione nel 2300 a.C.), è il fiore più cantato dai poeti e nominato dagli antichi scrittori. Nel Vecchio Testamento, libro della Sapienza, si parla di rose, nel Cantico dei Cantici si cita la rosa di Saron, nelle tombe egiziane si trovano rappresentate, Omero ci dice che Aurora, la dea del mattino, con “dita di rosa” dipinge di colore il mondo ad ogni alba. Saffo, Catullo, Anacreonte, Virgilio, Ovidio ed Erodoto, Plinio ed Ippocrate erano stregati dal suo fascino, i trovatori medioevali s’ispiravano al suo simbolo, Dante paragona l’amore paradisiaco al centro di una rosa.L’isola di Rodi si dice debba il suo nome alla rosa, ed era detta l’isola delle rose: essendo la terra natale di Athena-Minerva, questo fiore era sacro anche alla dea della saggezza legandosi così sia alla bellezza fisica sia all’amore sia a qualità più spirituali. Il governo di quest’isola, coniò monete con impresso il simbolo della rosa. Nell’antica Roma, testimoniate fin dal I secolo d.C., si tenevano le Rosalia o festa delle rose, che rientravano nel culto dei morti. Ricorrevano tra l’11 maggio e il 15 luglio, la rosa è simbolo di rigenerazione, per questo venivano portate sulle tombe degli avi, offerte ai Mani dei defunti. Ecate, dea degli inferi, era talvolta rappresentata coronata di rose a cinque petali: il cinque indica la fine di un ciclo (4) e l’inizio di uno nuovo (4+1). Quest’uso si è conservato in alcune regioni d’Italia, dove la domenica di Pentecoste è detta “Pasqua delle rose”. Deriva anche dall’antica festa di Pentecoste dei primi cristiani, quando la rosa rappresentava anche lo Spirito Santo e, nella ricorrenza indicata, petali di rose venivano fatti cadere sui fedeli dal lucernaio della cupola dell’antico Pantheon, diventato Santa Maria dei Martiri, a simboleggiare le lingue di fuoco della sapienza. Con l’inizio del cristianesimo la rosa è coltivata perché le sue spine ricordano la passione di Cristo, pian piano passa al culto della Madonna, il cui cuore è raffigurato trafitto da spine di rosa.

(Fonte: www.arcobaleno.net)